Romulo e i calci piazzati

C’era una volta un giocatore che calciava i calci piazzati della sua squadra e li sbagliava praticamente tutti.

In una stagione ha azzeccato l’angolo con il Chievo, da cui è arrivato un rigore, l’angolo con il Milan per il gol di Caracciolo e la seconda palla sul gol di Vukovic a Firenze. Non l’angolo, perché aveva sbagliato anche quello.

Contro la Roma, non ha azzeccato un calcio da fermo e quando su una bellissima punizione dalla trequarti, è riuscito nell’incredibile intento di buttare palla in fallo laterale, ha superato sè stesso. Dalla stessa posizione una qualsiasi Spal con un Viviani qualsiasi avrebbe creato un’occasione da gol.

C’era una volta una squadra che aveva estremo bisogno di punti per provare a salvarsi. E i punti passano soprattutto dai calci piazzati nel calcio d’oggi. Esiste uno schema? Una tattica? Un’idea su come far male su punizione o angolo? In due anni di Pecchia non si è visto e nessuno ha mai chiesto i 33 schemi di sarriana memoria.

C’era una volta un allenatore che avrà tanti pregi e riuscirà a perdere solo 1-0 con la ricchissima Roma mettendo in campo una squadra improbabile e senza riserve, ma che trova nei calci piazzati un tallone d’Achille enorme. Senza dimenticare che è lui a scegliere Romulo come tiratore.

C’era una volta una squadra in Serie A che tornava in Serie B anche per colpa di un fondamentale del calcio moderno che non è mai stata in grado di preparare.

D.Con.

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