Siamo questi

Ormai non ci si stupisce più. Il Verona è questo, nè più, nè meno.

È una squadra che non gioca mai per vincere, ma che spera solo di non perdere. E così facendo perde sempre e vince raramente. Sembra una cantilena, una poesia imparata a memoria alle elementari, ma ogni domenica la sinfonia è sempre la stessa.

Non vorremmo ripetere sempre che una campagna acquisti senza una vera punta centrale, è stato un errore madornale. Ma anche a Bologna, soprattutto nel secondo tempo, il Verona sulla trequarti ci è arrivato, ma manca il terminale offensivo e Mirante è l’ennesimo portiere avversario a terminare la partita coi guantoni puliti.

Non vorremmo ripetere sempre che Pecchia ha idee e fa quel può cogli uomini che ha, ma che sbaglia quasi sempre l’approccio mentale dei suoi alla gara, che non può continuare a cambiare ruoli ai suoi ragazzi prima e durante il match e non può costantemente fissarsi su uomini che finora hanno dimostrato di essere non adeguati alla categoria, Aarons su tutti. Se si aggiunge che a Bologna ha sbagliato pure i cambi (l’esperienza di Cerci e Romulo in panchina, con giocatori impalpabili come Aarons e Valoti in campo), si può dire che al Dall’Ara l’allenatore ci ha messo anche del suo.

Non vorremmo ripetere che i giocatori hanno grossi limiti tecnici e mentali, ma anche contro un Bologna inesistente e piccolo piccolo, non sono riusciti a dar continuità alla vittoria di domenica scorsa, sbagliando completamente il primo tempo e deludendo i tifosi gialloblù.

Colpa del clima ostile intorno alla squadra? Stavolta anche questa scusa non regge. Il Verona è questo qui e siccome la corsa salvezza è rimasta pressochè inalterata, è necessario pensare subito a mercoledi, quando arriva l’ennesima ultima chance. Sperando di non dover ripetere sempre le stesse cose.

Damiano Conati

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