Superleague? Poco conta, purché rimanga l’amore per l’Hellas

Da un paio di giorni sono alla ricerca delle parole giuste per descrivere i miei sentimenti su questa nuova Superlega voluta dalle strisciate italiane e dai ricchi (poi nemmeno tutti) del calcio europeo. Non sono il tipo di persona che boccia un’iniziativa a priori, anteponendo il classico concetto del “si è sempre fatto così” alla realtà dei fatti e quindi ho aspettato, letto, ascoltato. Oggi mi sono imbattuto in questa lettera dei tifosi Atalantini. Lo so, non sono i migliori amici del Verona, ma credo che mai come in questo momento il tifoso debba uscire con un messaggio unitario, altrimenti si farebbe solo il gioco dei ricconi che pensano di distruggere 100 anni di passioni in nome del dio denaro. Ecco questa lettera mi piace, fa riflettere e forse corrisponde esattamente al mio pensiero.

“Il nostro auspicio? Che la Superlega vada avanti. Avete letto bene, non siamo impazziti di colpo. Auspichiamo che Juventus, Milan ed Inter vadano a giocare la loro Superlega ed abbandonino per sempre la serie A e le coppe europee. Tenetevi la Superlega, i super diritti televisivi, gli stadi moderni, i posti a sedere e lasciateci giocare con i nostri avversari “minori” magari in stadi meno belli ma ancora animati dalla passione per il calcio e non per i soldi. Ma quanto sarebbe bello se il vostro posto in seria A fosse destinato a piazze come Palermo, Catania, Catanzaro, Lecce, Bari, Avellino, Vicenza, Como, Cremonese, Pisa e via dicendo…piazze che hanno fatto la storia del calcio come passione popolare in Italia. Non è una provocazione, andate avanti, sarebbe stupendo”. Associazione Tifosi Atalantini

Un Verona-Juve con Elkjaer che segna senza scarpa, con Cammarata che fa l’aeroplanino o Pazzini che guarda la Sud salendo su un cartellone pubblicitario, mi mancherà. Ne sono certo. Ma è giusto così. A noi rimangono la passione, il tifo vero, l’amore per il gialloblù. E, anche se siamo poveri, nessuno ce li potrà mai toccare!

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Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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