The day after. Da dimenticare quel primo tempo dimenticato

Dimenticare in albergo le fasce del lutto al braccio per ricordare la leggenda Mascetti. Dimenticare una cosa che serve per ricordare. Fa riflettere. Può succedere. Si poteva ovviare il problema? Magari ai padroni di casa si è anche chiesto se ne avevano altre da prestare. Forse. Un segno di pennarello nero sul viso, come quello rosso nel giorno contro la violenza sulle donne? In attesa del viaggio in hotel per recuperare le altre…

Dimenticare di entrare in campo. Primo tempo in balia di un avversario che ha giocato alla grande, anche grazie all’Hellas. È sembrata l’Inter delle Coppe europee. Solo che di fronte aveva una modesta squadra italiana. Fosse stata in Champions League contro una squadra di metà classifica inglese o spagnola sarebbe finito in pareggio il primo tempo e ne avrebbe presi due o tre nella ripresa. Ma in Italia è finita 2-0, giusto così.

Da dimenticare qualche scelta tattica di marcatura da parte di Tudor: soprattutto fanno discutere le coppie Casale-Barella e Bessa-Dimarco.

Dimenticare di saper giocare a calcio, vedi le prestazioni nel primo tempo di alcuni gialloblù, come i due già citati, ma anche Günter e Caprari. Anche qui un pensiero va al fatto che la squadra va tenuta sempre sulla corda e forse qualche cambio nelle sfide ravvicinate serve per chi mentalmente fatica a recuperare. Tra l’altro le riserve della ripresa hanno fatto molto bene.

Insomma un primo tempo dimenticato da tutti, proprio nei giorni in cui viene dato l’ultimo addio ad un giocatore indimenticabile. Ora le scuse di Setti, apprezzate, abbiano un seguito concreto, perché una leggenda come Mascetti non finisca a sua volta nel dimenticatoio.

Poi la società, Tudor e la squadra, nella ripresa hanno rimediato benissimo a tutto. Ma le frittate ormai erano fatte. È successo tutto nei primi 45 minuti e nessuno se lo dimenticherà.

 

Foto: instagram Hellas Verona

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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