The day after. La legge dei SE, gli estranei e lo psicologo di Spalato

Se Lazovic avesse tirato, se i cambi, se quei due pali, se dietro fossero più attenti, se, se, se… con i se hanno tutti ragione, visto che mai ci sarà una controprova di quanto detto. Il Verona che esce da Salerno è una squadra felice e rammaricata al tempo stesso. Poteva essere a 6, visto come si era messa, ma anche 0, dati i presupposti.
Juric era il mago di Spalato, il suo amico e vicino di casa Tudor è diventato lo psicologo della città croata. La specialità della casa è la testa dei giocatori che da pulcini spaventati sono diventati spavaldi condottieri. Kalinic prima non segnava nemmeno coi dilettanti, Bessa era stanco di premere pulsanti della playstation, in tanti cercavano la bussola in un bicchiere d’acqua. Il Verona di oggi è una squadra concentrata, che lotta su ogni pallone, fa sue tutte le seconde palle tanto care al mago, verticalizza, tira, segna. Ovvio, i limiti ci sono. Tudor è psicologo, mica mago. E in una settimana sta conoscendo i suoi uomini che per lui erano (quasi) tutti estranei. Scoprirà che Magnani fatica nel giocare braccetto e sta meglio in mezzo alternato con Günter. Scoprirà che Tameze è elemento d’equilibrio della squadra, che Lazovic, Caprari e il braccetto di sinistra (Frabotta alla Dimarco?) possono diventare una catena letale da quella parte. E poi saprà anche valorizzare Lasagna, sfortunatissimo nei 9 mesi in cui è stato finora in gialloblù, rimettere in piedi Hongla, per il quale tutti gli allenatori stravedono (compreso il ct del Camerun) ma che finora ha fatto così così, e ridare qualche chance a Cancellieri.
Il tempo è dalla sua parte, la pochezza di certe squadre avversarie aiuta, i 4 punti permettono di lavorare in serenità. In attesa anche che giri la fortuna.

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

2 COMMENTS

  1. Magnani può fare il braccetto, si tratta solo di farlo giocare con continuità e vedere dopo dieci partite. Con la Roma è stato bravissimo, ieri sera non ha certo demeritato. Almeno tre chiusure importanti. Poi ha sofferto un po’ la gran confusione. Credo comunque che debba giocare perno. Il problema è che gioca gunter, quindi la logica è lasciarlo andare a gennaio. Non puoi tenere un giocatore come lui che necessita di giocare e fargli fare un tempo si è un tempo no.

  2. Magnani può fare il terzo di sinistra, a patto che gli si diano una decina di partite per calarsi in quel ruolo. Non dimentichiamo che ha fornito il passaggio filtrante a Caprari nel gol di Barak con la Roma e il lancio a Lazovic ieri che ha portato al gol. Chiaro che è un centrale, ma se gioca Gunter ci sono due alternative: la prima è farlo giocare al posto del tedesco, la seconda è venderlo a Gennaio. Utilizzare un giocatore che ha bisogno di giocare per avere un rendimento costante (ricordiamo che è quinto nei recuperi nelle statistiche della serie A pur avendo giocato metà minuti) un tempo si e uno no non credo abbia senso.

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