Di Francesco ha perso, Tudor ha vinto. La differenza sta tutta lì e mai sapremo come sarebbe finita se non ci fosse stato il cambio allenatore.
Il tecnico pescarese è una brava persona che ha pagato tanta sfortuna: l’espulsione di Veloso con il Sassuolo, le indecisioni di Montipò con l’Inter, l’errore madornale di Hongla a Bologna. Tre partite ben giocate, zero punti, quel gatto nero in panchina insieme al mister, ma c’è da dire anche un atteggiamento diverso da parte del Verona di Tudor. Perché in questo nuovo Hellas si è visto un sacro fuoco nei giocatori che alle prime non c’era, una nuova voglia di osare e di combattere.
Tudor non poteva fare molto in 3 giorni, anche se l’idea di Bessa play basso è stata geniale. Però ha caricato i giocatori in ogni istante della gara, era davanti a loro che li incitava durante la canzoncina di inizio gara di Allevi, ha abbracciato tutti i i cambi in entrata e in uscita, elargendo pacche sulle spalle e mostrando i pugni della grinta. Chissà poi se davvero conta l’atteggiamento diverso del mister, perchè in campo i giocatori fanno quello che si prepara in settimana. Però in una partita come quella con la Roma, in rimonta, contro una big, col Bentegodi bolgia, anche l’atteggiamento dell’allenatore può fare la sua parte. Di certo ieri sera non l’ha vinta Tudor, ma probabilmente il Verona di Di Francesco l’avrebbe persa. Alchimie del calcio.
Serata magica, come il gol di Faraoni, molto simile al primo dei 3 gol segnati dal Verona di Bagnoli al Maracanà di Belgrado. Fu Sacchetti all’epoca a pareggiare (quella partita poi finì 3-2 per l’Hellas con due perle di Nanu nel finale), ma Faraoni non è nuovo a imprese così: da bocia ancora imberbe segnò una rete fotocopia in un Inter-Parma 5-0. Ma segnare alla Roma, da capitano e da romano cresciuto nella Lazio, forse ha un valore in più. A proposito di romani, non hanno giocato nè Berardi, nè Frabotta, nè Cancellieri, ma Caprari era in campo e la sua Roma se n’è accorta. Lui che ha passato una decina di anni con i giallorossi, arrivato alle elementari e partito ormai adulto. Il gol dell’ex come da copione e l’esultanza sotto la Sud, sua nuova casa. L’opposto di Kumbulla, ieri sera nemmeno mandato a riscaldarsi. Storie di incroci, fortune, simpatie.
Ora è già tempo di turno infrasettimanale. Non si può fermarsi a pensare. Il Verona comunque c’è, il cammino è tracciato.
Foto: instagram Hellas Verona
Damiano Conati