The day after. Siamo a metà dell’opera e certe avversarie meritano la B

2 punti persi o 1 guadagnato? Il dubbio rimane. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno, anzi pieno per tre quarti. Il Verona ha 20 punti, mancano 4 gare a fine girone d’andata, ma soprattutto mancano 16 punti per completare l’operazione salvezza. Toh, diciamo che ne mancano altri 20, ma negli ultimi anni ci si è sempre salvati a 36, se non meno, e questa pessima Serie A non può essere diversa.

Ha ragione Tudor quando dice che non si può vincerle tutte, che questa squadra non è stata costruita per andare in Champions e che Simeone non poteva mantenere il ritmo gol di un mesetto fa altrimenti ne avrebbe fatti 50. E ha ragione perché ci sono giocatori che fisicamente e mentalmente non reggono le tensioni e i ritmi di un intero campionato di A e perché, nonostante D’Amico abbiamo compiuto l’ennesimo capolavoro, il Verona non ha una rosa profonda. A destra c’è solo Faraoni, mentre Rüegg, tra malanni fisici e ritardi di condizione, non si alza nemmeno dalla panchina per riscaldarsi. A sinistra c’è solo Lazovic, poi da gennaio fortunatamente qualcosa cambierà. E se togli Barak e Caprari chi rimane sulla trequarti? L’Under 21 Cancellieri senza esperienza tra i professionisti e nulla più.

Il sogno di andare in Europa è giusto coltivarlo, come pure è necessario stare coi piedi ancorati al suolo e puntare alla salvezza prima possibile, però è corretto anche guardare la realtà dei fatti. Metà dell’opera è fatta, un piccolo momento di flessione ci sta, arriva gennaio tra poco e allora davvero si può pensare di rinforzare ulteriormente una squadra già buona.

Anche perché il salto di qualità è davvero dietro l’angolo e le avversarie fanno ben sperare. Dicevamo prima che questa è una Serie A pessima e lo confermiamo. Il day after di oggi ci porta a guardare in casa d’altri. Ieri sera al Bentegodi è andato in scena uno degli spettacoli più penosi mai visti a Verona. Una squadra, il Cagliari, che si è solamente difesa per 94 minuti, perdendo tempo e facendo manfrine di ogni tipo sin dal primo minuto. Aspetto denunciato anche da Tudor nel dopo gara. In anni in cui tutti gli allenatori ormai giocano in attacco, per segnare un gol in più dell’avversario, arriva Mazzarri che gioca “anni 90”, tutti barricati, senza nemmeno provare a superare la metà campo. Poi, per carità, forse ha ragione lui visto che ha rubato un punto a Verona e magari (non) giocando così si salverà anche. Di sicuro non se lo merita e, comunque sia, Verona si tenga stretto Igor Tudor e la sua idea di calcio.

Foto: instagram Hellas Verona

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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