Toni: “Pippo, spero di darti un dispiacere”

Al Corriere di Verona Luca Toni, alla vigilia del match con i rossoneri, rilascia una lunga intervista e spiega: “Sarà una bella sfida. Affrontiamo il Milan a pari punti e questo significa che fino ad ora il Verona ha fatto qualcosa di positivo. sarà difficile, perchè quella rossonera è una squadra destinata ad un’altra classifica. Ma giochiamo in casa e con il nostro pubblico che ci spinge non abbiamo paura di nessuno. Ce la giochiamo con tutti”.

E’ sicuro che il Milan di oggi sia più forte del Verona?

“Come caratura tecnica sì. Noi siamo partiti bene, siamo più tosti e fisici rispetto alla passata stagione, facciamo meno gol ma ne subiamo pochi. C’è più equilibrio tra i reparti e in qualche partita ci è andata pure bene. Ripeto, la nostra arma in più è l’entusiasmo”.

Domenica sfiderà per la prima volta Pippo Inzaghi da allenatore..

“Con Pippo ho vinto un mondiale in Germania e ho condiviso anche il procuratore. Ci siamo sentiti di recente al telefono. E’ molto motivato, so che sta lavorando tanto e che è consapevole del fatto che è dura ripartire quasi da zero in club di grandi tradizioni come il Milan. Però…”

Però?

“Domenica un dispiacere mi piacerebbe proprio darglielo. Poi gli auguro di fare il meglio possibile”.

Senta Toni, è proprio deciso anno a fine anno smette?

“Sono 2-3 anni che lo ripeto e poi non ci riesco. Certo, se facciamo una grande stagione e segno una valanga di gol magari ci ripenso un’altra volta…”

Cosa significa per lei fare una grande stagione?

“Intanto vorrei sfondare il muro dei 300 tra i prof. Me ne mancano 4, se non li facessi sarebbe un dramma…”

Questo a livello personale. A livello di club invece? Può esseer una qualificazione in Europa League un motive per farle cambiare idea?

“Non corriamo troppo per favore. E’ presto per sapere dove potrà arrivare il Verona. Diciamo che le le prossime cinque gare potranno dirci qualcosa di più preciso, aiutarci a capire meglio chi siamo”.

Quanto è stato importante l’arrivo di Rafa Marquez?

“Al di là delle doti del calciatore, è l’uomo che si fa apprezzare. Ha vinto tutto, potrebbe tirarsela…e invece: mai un lamento. E’ un esempio. E i giovani dovrebbero imparare da gente come lui”.

 

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