Vent’anni dalla morte di Eros Mazzi: Chissà come sarebbe felice

Vent’anni, sembra ieri. Quando si sparse la notizia, «è morto Eros», la città si fermò, incredula. Perchè aveva imparato a conoscere quell’uomo, la sua passione, il suo carattere. E aveva imparato a volergli bene, come si vuole bene a un amico. Eros Mazzi era un amico per tutti quelli che volevano bene al Verona, per tutti quelli che amavano il calcio, come lo intendeva lui. Un calcio spettacolo, non a caso s’era innamorato di Piksie Stojkovic, ad esempio. «Lè come me fiol» diceva sempre il Commendatore. Non a caso, quand’era poco più di un bambino, dopo un giro in Brasile, nei favolosi Anni Cinquanta, era tornato dicendo «quasi quasi comprarea quel moreto là…». Quel moreto si chiamava Edson Arantes do Nascimento. Allora aveva 17 anni, di lì a poco sarebbe diventato Pelè, il più grande giocatore del mondo. Eros era un tifosissimo, «malattia» che trasmise ai figli, a loro volta impegnati nella splendida avventura di rifare grande il Verona. Chissà come sarebbe felice, oggi, il «vecchio» Eros. E chissà come lo guarderà con orgoglio, da lassù, distribuendo col solito contagioso entusiasmo, idee sulla formazione e consigli per gli acquisti. Caro commendatore, come ci manca…

Fonte: L’Arena

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