Viaggio tra le pieghe dell’ammalato Verona..

Giorni difficili per l’Hellas. Mandorlini a buon diritto li ritiene i più complicati della sua gestione. Ancora peggio del momentaccio della scorsa stagione dopo le figuracce allo Juventus Stadium e la scoppola con il Genoa. Con la differenza che prima potevamo contare su Toni, oggi no. Luca tornerà a dicembre e forse bisognerà aspettarlo anche dopo. La miglior forma la acquisterà con il ritmo partita e solo il tempo gli permetterà di tornare il leone dell’area di rigore che tutti conosciamo. Nel frattempo il Verona dovrà arrangiarsi con i mezzi che ha. Che a detta di Bigon sono qualitativamente adeguati per risollevarsi. Il direttore lo ha ripetuto anche ieri senza mezzi termini. Dopo aver confermato la fiducia alla guida tecnica ha ribadito ancora una volta il valore della squadra, in potenza superiore ai 5 punti in classifica. Nessuno vuole contraddirlo, per carità, ma dopo otto giornate anche il giudizio del campo ha la sua rilevanza. Una volta si diceva che il responso del terreno di gioco e’ sovrano. Personalmente credo che se in cinque occasioni siamo stati rimontati la lettura dei problemi dell’Hellas non si debba fermare alla sola qualità della rosa ma alla preparazione atletica e all’integrità fisica dei singoli calciatori. Se la resistenza non è sufficiente per affrontare novanta minuti (più recupero), significa che il problema è d’altra natura. D’altronde lo stesso Mandorlini ha rivelato, per esempio, che Viviani, stella del mercato estivo gialloblù, in allenamento non può forzare. Afflitto da fastidi di pubalgia, il povero Federico. La stessa sorte di Romulo, per intenderci. Condizioni precarie che aprono lacerazioni nei ruoli chiave. L’acquisto di Matuzalem e’ probabilmente stato la conferma che l’Hellas dovrà convivere per tutto il campionato con un Viviani a mezzo servizio. Un tesseramento tardivo, quello del carioca, che proprio perché arrivato a mercato chiuso apre interrogativi su alcune scelte estive che forse potevano essere un po’ più ponderate. Mandorlini voleva Tachtsidis ma il greco non è rimasto. Avrebbe gradito la permanenza di Zampano, e gli è stato preso Winck per fare cassa. L’impressione è che come sollevato qualche settimana da Gianluca Vighini, questo sia uno dei Verona meno mandorliniani degli ultimi anni. Perfino Pazzini, attaccante che da’ profondità alla manovra, non rispecchia il prototipo di punta che il Mister cerca per il suo 4-3-3: esterni votati al sacrificio difensivo riforniscono in avanti con meno cross e attaccanti come Giampaolo ne risentono. Chiedere a Cacia per trovare conferme. In sintesi forse mai come quest’anno il difetto non sta nel manico. L’uomo di Ravenna deve fare i conti con ciò che ha a disposizione, tra una selva di problemi tra indisponibili, acciaccati cronici e calciatori poco propedeutici al suo gioco. Forse che non sia giunto il momento di provare nuove soluzioni tattiche cambiando qualche interprete dell’orchestra?

Michele Coratto

Michele Coratto si diploma al Liceo Classico “Scipione Maffei” e si laurea in Scienze della Comunicazione a Verona. Giornalista dal 2011, collabora con la Redazione Sportiva de L'Arena ed è Direttore Responsabile di Hellas News.

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