SPARTITO DIVERSO, STESSA MUSICA…

di Enrico Brigi


Per una squadra che vuole togliere lo zero dalla casella delle partite vinte, l’incontro casalingo con l’attuale Napoli non era certamente il “massimo della vita”. Una partita dall’esito quasi già scritto per la rabberciata squadra gialloblù, costretta a duellare con una delle formazioni più in forma di questo momento, guidata dall’ex Maurizio Sarri e seria candidata alla vittoria finale. La squadra di Mandorlini, pur consapevole dell’impegno da affrontare, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo mettendo in campo tutto quello che aveva, soprattutto una massiccia dose di buona volontà. Peccato che per vincere le partite, oltre a questo, servono un sacco di altri attributi come corsa, aggressività, movimento senza palla, schemi di gioco, cose di cui il Verona di oggi risulta tristemente sprovvisto. Dopo le due settimane di sosta, in tutta onestà, era lecito attendersi qualcosa di diverso ma, nonostante qualche leggera modifica dello spartito, la musica è rimasta la stessa. La squadra scaligera è apparsa sempre più sterile – un solo tiro in porta nell’arco dei novanta minuti – e ancora una volta palesemente sofferente sul piano atletico contro avversari sicuramente più tecnici ma altrettanto più pimpanti. Contro i partenopei Mandorlini ha costruito il suo 4-3-3 sulle fondamenta dei pochi giocatori “risparmiati” dagli infortuni, ricorrendo al giovanissimo Checchin – talento del ‘97 messosi in luce lo scorso anno con la primavera di Pavanel – e schierando ancora una volta Leandro Greco nell’inusuale posizione di interno destro. Questa storia degli infortuni – vera spada di Damocle di questa sfortunata stagione – inizia ad assumere oramai le sembianze di un vero e proprio mistero irrisolto perché trovare una valida spiegazione è diventato impossibile. Un filotto inspiegabile di stop di carattere muscolare con la probabile “complicità” di una gestione medica forse non del tutto all’altezza per una società di serie A. Nel tentativo di opporsi al forte undici di Sarri, i gialloblù hanno fatto tutto quanto era nelle loro attuali possibilità, disputando una gara il più possibile attenta ed accorta, volta soprattutto a chiudere tutti gli spazi di inserimento ai vari Hamsik, Insigne, Callejon e Higuain. Il castello gialloblù è, però, rimasto in piedi solamente per due terzi di gara, demolito dalla doppietta siglata in poco meno di dieci minuti da Insigne e Higuain. Un uno-due micidiale che avrebbe tramortito un toro, figuriamoci una squadra sfiduciata come il Verona attuale. La chiave dell’incontro risiede, probabilmente, nell’uscita appena dopo l’intervallo di Albertazzi – messo ko dal riacutizzarsi di un problema muscolare – che ha portato Mandorlini a rivoluzionare “in toto” l’intera retroguardia. Il nuovo entrato Helander, infatti, è andato a prendere il posto di centrale al fianco di Moras con dirottamento a destra di Bianchetti e conseguente spostamento di Pisano sulla fascia opposta. Da quel momento la “rinnovata” linea difensiva è andata letteralmente in tilt iniziando a soffrire terribilmente sulla catena di destra dove Insigne, fin li praticamente innocuo, ha iniziato a fare il bello ed il cattivo tempo, segnando la rete del vantaggio e servendo a Higuain la palla del raddoppio che ha di fatto messo la parola “fine” sull’incontro. Probabilmente sarebbe stato più opportuno l’inserimento a sinistra del granatiere scandinavo per non modificare una difesa che fino a quel momento tanto bene aveva fatto. Rimane invece un fitto mistero l’ennesima rinuncia al brasiliano Wink, che in queste prime quattordici giornate di campionato non ha visto nemmeno il riscaldamento a bordo campo. L’unica nota lieta della giornata è data,invece, dal rientro dopo due mesi di assenza di Toni che se non altro ha il potere terapeutico di alimentare maggiori speranze per il futuro. Ora arriva l’insidiosa trasferta di Frosinone, reduce dalla sconfitta patita a San Siro contro l’Inter. Un vero match da dentro o fuori dove, in caso di sconfitta, la situazione inizierebbe a farsi tremendamente più seria e preoccupante. Secondo Sky Sport la trasferta in terra ciociara rappresenterebbe per Mandorlini l’ultima wild card concessa dalla società, con Domenico Di Carlo pronto a raccoglierne l’eredità. Solo Fantacalcio?

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