Nella giornata che decreta definitivamente che questo Verona di più non può fare e ha già un piede in Serie B, andiamo a raccogliere i tre fotogrammi del monday night scaligero.
Primo fotogramma spetta alla società. Ha detto “modello Crotone” ad inizio estate e modello Crotone sarà: il Verona desidera girare a 9 punti in classifica a fine del girone d’andata e per farlo basterà battere la Juve il 30 dicembre al Bentegodi. L’obiettivo di perseguire i propri modelli è vicino.
Secondo fotogramma spetta ad Alessio Cerci. Si aspettava qualcosa di diverso da questa stagione al Verona. Il terzetto Cerci-Cassano-Pazzini, una squadra che potesse giocarsela per la salvezza, un gruppo che lo facesse recuperare dopo due anni di inattività e gli regalasse l’azzurro e il sogno del mondiale di Russia. Ed invece tutto ciò è svanito. Il Verona è un vetro di Murano sottilissimo che si rompe al semplice tatto, la squadra non lo aiuta di certo a rilanciarsi, l’Italia è il muro del pianto. Anche Verona comunque si aspettava di più da Cerci. Giocare bene un’ora a partita non basta. Finalmente è arrivato il gol: sarà sufficiente per dargli un ulteriore slancio?
Ultimo fotogramma lo regaliamo ad Antonio Porta, il tecnico amico di Pecchia e Fusco arrivato per guidare la Primavera del Verona. Perché l’Hellas che affonda non è una novità e i tifosi sono già passati da questo disastro due anni fa, ma almeno negli ultimi anni c’era il settore giovanile a far sorridere un po’: buone prestazioni, tanti giovani in vetrina e una squadra con carattere. La Primavera attuale arriva da cinque sconfitte consecutive, non sta mettendo in mostra nessun gioiello, sta dimostrando una clamorosa involuzione di squadra e anche nei singoli più rappresentativi, compresi i due fuoriquota Stefanec e Tupta. Poi ci possono raccontare che sono usciti molti ragazzi per raggiunti limiti d’età e ne sono arrivati molti di nuovi e di giovanissimi, ma possiamo ricordare che per vari bienni questo è accaduto anche a Pavanel, ma lui è riuscito sempre a creare una signora squadra e a lanciare tanti ragazzi.
Cinque sconfitte consecutive in Serie A, cinque in Primavera: un pensiero in società forse va fatto, forse anche più di uno.
D. Conati