Pecchia finalmente fa giocare tutti nel proprio ruolo, non fa continui cambi di posizione, non rivoluziona il suo Verona che infatti gioca un primo tempo ordinato e meriterebbe il vantaggio. Un episodio a fine frazione però ha cambiato il match, perchè il Verona è questo qui: mentalmente debole e alla prima difficoltà è una squadra che va in crisi. Un team giovane che in due anni raramente ha saputo rimontare lo svantaggio, che in pochissime occasioni ha dato prova di avere anima e cuore, che con il contagocce ha dato dimostrazione di avere quel sacro fuoco che serve per vincere un campionato (un anno fa) o salvarsi (quest’anno). Ma se la stagione scorsa, è bastata la qualità dei singoli e i gol di Pazzini per sopperire alla mancanza di carattere, quest’anno non ci sono mai stati nemmeno quelli ed è arrivata la seconda retrocessione in tre anni.
La Spal fa festa, anche se il suo calendario, come quello di Crotone, Cagliari e Udinese, è ben più difficile rispetto a quello del Chievo, oggi terzultimo.
Comunque sia e qualsiasi sia la terza retrocessa, a Setti non resta che consolarsi con i 25 milioni di paracadute, con la società economicamente sana e con la promessa fatta ai tifosi di una pronta e convinta ripartenza dalla B.
Damiano Conati