Era il 28 maggio 1995, era il Verona di Lino Mutti, squadra giovane e composta perlopiù da sconosciuti interpreti della B. Il Lecce, matematicamente retrocesso, espugnava per la penultima volta il Bentegodi (l’ultima è stata ieri sera). Gol di Notaristefano e tutti a casa.
Era il Verona dei Fattori e dei Lamacchi e dei vari Cammarata, Ficcadenti, Valoti, Manetti e Fermanelli. Squadra che arrivò decima in Serie B, senza infamia e senza lode. Quella partita con il Lecce segnò il minimo stagionale di presenze al Bentegodi: poco più di 5500 persone, in un clima surreale, dove la disaffezione del pubblico aveva raggiunto minimi storici.
Oggi non è così nei numeri e nemmeno nell’amore verso i colori gialloblù. Manca l’entusiasmo che può tornare o con i risultati o con quel sacro fuoco che il tifoso scaligero chiede ai giocatori. Elementi che ieri, come 23 anni fa, sono mancati.
Damiano Conati