#Caprariinnazional: partecipa anche Hellasnews alla petizione lanciata oggi dalla redazione sportiva online di Telenuovo con il suo direttore Gianluca Vighini.
E lo facciamo volentieri perché Gianluca Caprari se lo merita. Se lo merita per la classe, per la continuità, nei 90 minuti e nel corso del campionato, per la bellezza di certi gol. Se lo merita perché si merita quel numero 10 stampato sulla divisa: “di che colore è la pelle di Dio? Gialloblù con el diese de drio!“, cantavano nei favolosi anni 80. Ecco ora quel 10 ce l’ha Caprari e va bene così! Dio può aspettare un pochino. Se la merita eccome la convocazione perché in fondo la maglia azzurra è quella che dovrebbe indossare chi gli ha dato fiducia estrema, D’Amico, il miglior direttore sportivo della storia gialloblù dopo lo Scudetto, e andrebbe a premiare un’intera città, per le ultime tre splendide stagioni del suo Hellas.
A proposito di Caprari e D’Amico. Arriva la sfida con la Juve e per Caprari sarà la numero 22. 22 presenze ufficiali che faranno scattare l’obbligo di riscatto dalla solita Sampdoria per 4 milioni di euro, a cui si dovrà aggiungere a giugno un ulteriore milione di bonus. Caprari ha già firmato un contratto fino al 2026 con il Verona per 900mila euro netti a stagione, come dire: blindato a vita, fino quasi a fine carriera, può diventare una bandiera.
Non sappiamo se Roberto Mancini e il suo staff blucerchiato si accorgeranno di lui, anche se il gol di ieri sera è un messaggio più che chiaro: un assist del suo amico Mihajlovic, dopo quello (con il pallone) che fece proprio a lui in quel Parma-Lazio del 17 gennaio 1999. Nel frattempo Verona se lo coccola e se lo tiene stretto. E da febbraio ancora di più.
Damiano Conati