Bianchetti: “Dominiamo e perdiamo. Serve solo un po’ di fortuna”

Matteo Bianchetti, difensore dell’Hellas Verona, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radio Bellla&Monella, radio ufficiale Hellas Verona. Ecco le sue principali dichiarazioni:
Il presidente Setti ieri ha tenuto una lunga conferenza stampa. Ha toccato tanti temi, fra cui la valorizzazione dei giovani, di cui questo Verona è ricco. E tu sei uno dei più significativi, vista la tua esperienza…

Siamo una squadra con tanti giovani importanti. Helander e Viviani, più i Primavera, formano un bel blocco di giovani. E grazie ai consigli dei “vecchi” stiamo migliorando e siamo un patrimonio della società. E dobbiamo anche noi dare qualcosa in più per arrivare alla salvezza.

Il presidente Setti ha parlato di grinta, di cattiveria per continuare a lottare per la salvezza, e domenica scorsa il capitano Luca Toni ha detto “è adesso che si vedono i veri uomini”. In questo senso com’è l’atmosfera in spogliatoio?

E’ la pura verità. In questi momenti se non hai carattere non ce la fai. Per salvarci dobbiamo vincere 10 partite delle 19 che restano, anche se finora non ne abbiamo vinta neanche una. Ma ci dobbiamo provare e alla fine faremo i conti.

A proposito di domenica scorsa, un dato interessante: in campo c’erano titolari Gollini (’95), Sala (’91), Helander (’93), Ionita (’90), Viviani (’92), Wszolek (’92), poi è subentrato Fares (’96). Tantissimi giovani, alcuni delle promesse e alcuni già affermati.

E’ vero, la società punta molto su di noi. Poi il mister dà molto spazio e fiducia ai giovani, sta a noi ripagarla e dare il massimo in campo. Rispetto a Fares e Checchin, che sono veramente giovanissimi, dobbiamo dare qualcosa in più vista la maggiore esperienza tra i professionisti, nonostante ci sia sempre da imparare, e tirare fuori anche quello che non abbiamo dato il momento di difficoltà

Arriva Rebic dalla Fiorentina, cosa ne pensi?

L’ho visto giocare e mi piace molto, ora bisogna accoglierlo bene e dargli modo di esprimersi al meglio. Quindi, benvenuto!

Si parlava di giovani di grande prospettiva: in questo senso tu sei il capofila, un portabandiera della tua generazione, un “giovane vecchio”. Com’è il tuo rapporto con gli altri ’90 gialloblù?

Il fatto di aver fatto due europei giovanili aiuta molto, perché si gioca in modo totalmente diverso rispetto all’Italia, molto più veloce. Qua quando si esce dalla Primavera non si è ancora pronti, mentre all’estero a livello giovanile è un’altra cosa. Sono esperienze che poi aiutano nel proseguo della carriera.

Io sono in camera con Viviani, che conosco dalla Nazionale e con cui vado molto d’accordo. In generale sono contento del gruppo. Dei vecchi, invece, ho un ottimo rapporto con Moras, perché lavorandoci assieme il rapporto cresce. E poi Toni e Pazzini, gente con carisma che nei momenti di difficoltà ci mette la faccia, si fanno sentire nello spogliatoio e tengono alto il morale e il clima positivo.

E anche tu stai trovando il tuo spazio con mister Delneri. Com’è il tuo rapporto con lui?

Si sta instaurando un bel rapporto, parliamo molto e fa capire come la pensa. Pretende molto, vuole si giochi come dice lui ma ti dà tutte le informazioni per rendere al meglio, dando molta fiducia. Il suo calcio mi piace, è moderno, con la difesa alta, simile a quello che facevo ad Empoli.

Abbiamo notato che il mister sta provando a schierarti anche come esterno, come ti stai trovando con questi esperimenti?

E’ stata una necessità, tra infortuni e squalifiche non eravamo coperti in quel ruolo. Il mister conosce le mie caratteristiche e mi ha chiesto di adattarmi, non ho il passo dell’esterno e qualche difficoltà l’ho trovata, ma per un giovane sapersi adattare è fondamentale, specie in questi momenti di difficoltà. Anche Sala può fare molti ruoli, Ionita può ricoprire qualsiasi posizione del centrocampo e dell’attacco.

Facciamo il punto sulla tua esperienza fino ad oggi, dall’Inter allo Spezia, fino al ritorno al Verona…

Sono tutte esperienze che mi hanno formato molto. Ho avuto parecchi infortuni nonostante abbia solo 22 anni, che mi hanno frenato, ma ciascuna stagione mi ha dato qualcosa per migliorarmi a livello tattico, calcistico e caratteriale.

Ci racconti anche della tua esperienza come capitano Under 21 azzurro?

La prima volta che venni chiamato in Under 18 fu un sogno che si realizzava. Poi sono riuscito di anno in anno ad arrivare fino all’Under 21, sempre con la fascia di capitano al braccio: fantastico.

La stagione che il Verona sta vivendo è molto difficile. Come affronti queste pressioni?

C’è tanta amarezza, quando capitano partite come Empoli e Palermo, quando domini e torni a casa con zero punti. La strada è quella giusta, perché si gioca e si lotta, con un pizzico di fortuna in più si possono vincere le partite.

Sei sicuramente una delle prospettive più importanti del Verona, qualsiasi sia il campionato che il Verona giocherà il prossimo anno. Ma la stagione non è affatto finita…

Nessuno in squadra pensa che siamo già retrocessi, nessuno pensa al prossimo anno. Siamo concentratissimi su queste 19 partite, consapevoli che sarà difficilissimo ma che è possibile salvarsi con le nostre qualità. Noi ce la metteremo tutta.

Il prossimo avversario è la Roma, che ha appena cambiato allenatore…

Anche loro non sono in un buon momento, anche perché hanno la piazza contro. Il cambio di allenatore con Spalletti può aiutare, darà entusiasmo in più e vorranno vincere per restare col gruppo di testa, ma non dobbiamo farci intimorire da questo. Dobbiamo fare la nostra partita e portarli a casa noi, i punti.

Secondo te quali sono le caratteristiche da temere di più dei giallorossi, e dove invece il Verona può cercare di dire la sua?

Dal centrocampo in su hanno grande qualità e tanta velocità in avanti, con pericolosità in contropiede ma concedono anche molto, perciò noi, con il nostro modo di giocare e le direttive del mister, dobbiamo provare a metterli in difficoltà perché abbiamo tutte le carte in regola per farlo.

Come immagini il tuo futuro calcistico di qui a qualche anno? Quali sono le tue aspirazioni?

Il mio sogno è sempre stato quello di giocare in Serie A, e spero di continuare a farlo con l’Hellas Verona. Qui ho trovato l’amore e sto benissimo. Altrimenti, fare un’esperienza all’estero, da sempre vorrei vedere com’è giocare in un altro campionato.

Mettendo un po’ da parte il calcio, invece, come ti trovi a Verona? Come vivi la città?

Io amo, sinceramente, questa città. Bellissima, ha tutto, con il Lago per l’estate, a misura d’uomo e mi affascina tantissimo. A fine carriera, vorrei restare a vivere qui.

Che cosa ti piace fare quando non sei sul campo di allenamento?

Mi piace molto leggere, negli ultimi anno ho letto moltissimo. Mi piace girare il centro e la Valpolicella con la mia ragazza in cerca di posti nuovi, sfruttando i momenti in cui non mi alleno alla sera.

In ultimo, oggi il Verona ha dedicato una pagina della Gazzetta ai suoi tifosi. “Unici. Grazie”. Hai un messaggio da lanciare loro?

Dice tutto, questo messaggio. Con questa situazione, chiunque direbbe che farebbero bene a fischiarci e insultarci, e invece loro ci aiutano, applaudono e capiscono che è un momento in cui per nostre colpe e per sfortuna le cose non girano.

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