Ci possono raccontare quello che vogliono ma soldi in Italia non ce ne sono. O almeno non ce ne sono più tanti come anni fa. Tassazioni maggiori, mancata programmazione, diritti tv venduti a basso costo (e di conseguenza con risultati pessimi), stadi obsoleti: l’Italia del calcio ormai è superata di gran lunga da alcuni paesi, non solo europei. Un esempio? Gli incassi per diritti televisivi e il fatturato annuo di una società di medio-bassa classifica della serie B inglese oggi sono circa il triplo di un Verona, di un Sassuolo o di un’Udinese qualsiasi. Oppure andate a vedere l’Atalanta di coppa: probabilmente la miglior società d’Italia, eliminata da un Villareal che in Spagna galleggia nei bassifondi della classifica.
In questi giorni che precedono il mercato si legge di una Juventus interessata a Vlahovic, del Milan che farà un grosso investimento sul difensore centrale, dell’Inter che si rinforzerà per vincere lo Scudetto. E si legge di Simeone che se ne andrà prima ancora di diventare tutto del Verona e di un Barak che fa gola a tutte le big d’Italia.
Le big d’Italia ahinoi non ci sono più. E se vedremo un investimento importante a gennaio sarà l’Atalanta a pagare fior di quattrini Boga dal Sassuolo o la Fiorentina che per forza di cose dovrà pensare al suo futuro senza Vlahovic. La Juve dovrà pensare ai suoi debiti e alla grana plusvalenze senza inventarsi nuove competizioni solo per sè stessa, l’Inter dovrà leccarsi le ferite per le perdite asiatiche e affidarsi ancora una volta alla lungimiranza del miglior dirigente italiano, Marotta, le romane, senza soldi nè idee, hanno fiducia nel carisma dei vecchi tecnici che hanno in panchina e il Milan in Maldini e Massara, che ogni anno fanno un capolavoro nel mercato con poche briciole nel portafoglio. E i campioni che giocano in Italia? Vlahovic, che ricordiamo fu pupillo di D’Amico e Juric un anno fa, ma bloccato da Iachini e Prandelli, andrà in Spagna, forse già a gennaio. Lautaro probabilmente lo seguirà in estate. Simeone sarà riscattato dal Verona, ma per restare, mentre Barak saluterà la comitiva, a giugno, non prima, e per cifre superiori ai 25 milioni di euro. Destinazione? Inghilterra o Germania, anche perché in Italia una cifra così non la si vedie nemmeno col binocolo.
Damiano Conati