È finita la Champions League del Sudamerica, la storica e prestigiosa Copa Libertadores. Questa competizione tutti gli anni mette in luce talenti giovanissimi e dal sicuro avvenire e settimanalmente ci sono visionatori di tutta Europa sugli spalti dei calorosi stadi sudamericani per segnarsi il nome del futuro crack. Basti pensare a Claudio Winck, nuovo terzino destro del Verona, arrivato proprio da una delle quattro semifinaliste della coppa continentale. Alla fine l’ha spuntata la squadra con più tradizione, che è anche quella con la storia più incredibile: il River Plate. Quattro fa retrocedeva in Serie B per la prima volta dopo 110 anni e ieri alzava al cielo il trofeo più ambito dell’America Latina. Noi di hellasnews vogliamo segnalarvi alcuni talenti di questa competizione: potremmo parlarvi dei grandi vecchi come Recoba, Aimar, Diego Milito, dell’assistman boliviano Pablo Escobar, del capocannoniere Gustavo Bou, o dei tanti campioni affermati del River o di quelli che in queste settimane sono già approdati in Europa. Abbiamo invece scelto i 5 migliori talenti che per qualità espresse, giovane età, prezzo abbordabile o nazione di provenienza potrebbero fare al caso di molte squadre italiane, Hellas compreso. Sono quasi tutti extracomunitari, ma il Verona un posticino libero ce l’ha ancora.
I primi due della nostra lista sono del River Plate: Sebastian Driussi e Lucas Alario. Nella finalissima contro i messicani del Tigres i due hanno fatto staffetta, perché hanno un talento sopraffino, ma in una partita così importante serve anche la garra, che in spagnolo significa grinta e artigli affilati. Driussi è un classe ’96, guarda caso l’anno in cui il River vinse la sua ultima Libertadores. È un trequartista ed è il talento indiscusso degli argentini. Alario ha 4 anni in più, è una punta centrale e non è mai stato un grande goleador. Ma nell’ultimo periodo è esploso ed è stato proprio lui ad aprire le danze nella finalissima. Entrambi hanno una valutazione bassa (3 milioni Driussi, 1,5 Alario), ma con questa vittoria e gli ultimi successi, i cartellini stanno lievitando: per Driussi si parla già di una clausura rescissoria di 10 milioni di euro.
Andiamo in casa della grande delusa, il Tigres, vice-campione continentale. Tigres che vanta tra le sue fila anche Gignac, 30enne francese appena arrivato dal Marsiglia. E tra i messicani gioca uno che si trova nella classifica dei 10 giocatori più veloci del mondo. Si chiama Jurgen Damm, è di origini tedesche, quindi comunitario, ma ha già debuttato con la nazionale del Messico. Recenti studi avanzati della Fifa hanno dimostrato che Damm raggiunge i 35,23 km/h palla al piede, secondo solo al mostro madrileno Bale. E la cosa strana è il fisico di questo centrocampista esterno destro: 187 centimetri! Non proprio piccolo e sgattaiolante. È arrivato al Tigres da poco per un milione di euro. Ci si poteva fare un pensierino un mese fa, ma il suo nome è comunque da non dimenticare.
L’Internacional di Porto Alegre lo abbiamo conosciuto in questa calda estate di calciomercato, perché è da lì che il Verona ha prelevato il laterale destro Winck. E siamo sicuri che Bigon si sia già segnato sul taccuino un altro nome: Valdivia. Attenzione: non è da confondere con l’altro Valdivia, cileno ultratrentenne che ha calcato per anni i campi del Brasile e che oggi gioca negli Emirati Arabi. Questo qui è Wenderson Ferreira de Oliveira, ma si fa chiamare Valdivia, sia per la somiglianza fisica con il più esperto collega, che per il talento sopraffino che esce dal suo piede destro. È un classe ’94, come Winck, con il quale è cresciuto. Non è altissimo, poco più di un metro e 70, sa dribblare, gioca dietro alle punte, a destra o sinistra. Nell’ultima Libertadores 8 presenze e 5 gol: forse è proprio lui il vero crack della competizione. Il valore del cartellino (già intorno ai 3 milioni), le ottime referenze che potrebbe dare il suo ex compagno e i buoni rapporti che ha il Verona con l’Internacional potrebbero far sì che Bigon ci faccia più di un pensierino.
Chiudiamo infine con classe ’92 dal nome difficile da scordare: Fernando Fernandez, punta centrale del Guaranì. Vero e proprio idolo di casa, anche perché il suo collega di reparto, Santander, è appena arrivato in Europa (al Copenaghen), il talento paraguaiano ha trascinato i suoi fino alla semifinale di Coppa. È forte di testa, è giovane e vale appena un milione di euro. Perché non segnarsi il suo nome per il dopo Toni?
Damiano Conati
In foto Fernando Fernandez