Débâcle

Non ci vengano a dire che era la tensione. Non provino a spiegare che il Benevento giocava in casa. Non dicano che i giocatori veronesi sono più scarsi di quelli del Benevento. E nemmeno che i locali hanno segnato negli unici 30 secondi in cui il Verona era in 10 per l’infortunio di Calvano. Stavolta no.

Semplicemente la partita non è stata giocata. Ancora mentalmente scarichi, pigri e non concentrati: colpa di Pecchia. Ancora disuniti in fase di pressing. Con un passaggio (persino del portiere) gli avversari, che non sono propriamente il Real Madrid, arrivavano già sulla trequarti superando il timidissimo e disorganizzato pressing degli uomini in gialloblù: anche qui colpa di Pecchia. Djuricic, che non è un fenomeno, tra le linee ha insegnato calcio: colpa di Pecchia. Diabate in attacco ha dominato per 90 minuti, ma era marcato da un Caracciolo che è almeno 20 cm più basso: colpa di Pecchia. Totalmente inesistenti in attacco, con un Cerci sui livelli del primo Cassano ciccione arrivato a Verona e contro una squadra che finora aveva subito almeno un tiro in porta anche dall’Equipe Romagna in estate. Colpa di Pecchia. Infine il possesso palla: i 6 minuti nel primo tempo, contro i 20 dei giallorossi, sono ridicoli. E ricordiamo che l’anno scorso l’unica tattica dell’ex vice di Benitez era il possesso palla.

Il Verona, questo Verona, non può salvarsi. È una squadra costruita male in estate, indebolita in gennaio e persa per strada da un Pecchia che aveva tentato il miracolo. Se questa è la strada, bye bye Serie A.

D.C.

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