Di Gennaro: “Niente drammi. Ma senza Iturbe, Jorginho e Romulo e’ difficile”

Antonio Di Gennaro, indimenticato Gialloblù, oggi commentatore Mediaset, è intervenuto ai microfoni di Radio Bellla & Monella, official radio dell’Hellas Verona. Ecco le sue principali dichiarazioni:

Di Gennaro, lo stato d’animo a Verona non è dei migliori. Il campionato dell’Hellas è in linea o qualcosa non va?

Be’ attenzione, anche lo scorso anno l’obiettivo era la salvezza. Appare scontato che con giocatori come Iturbe, Jorginho e Romulo potevi dare più qualità, imprevedbilità, velocità e tecnica. Quest’anno sono stati sostituiti con giocatori dalle qualità diverse. Sono stati acquistati molti giocatori e, quando si cambia molto, i risultati possono essere altalenanti. Mandorlini e la squadra stanno mantenendo quelle che erano le premesse, ovvero una salvezza tranquilla. Certo, adesso c’è qualche difficoltà, l’allenatore ha anche cercato di cambiare modulo, di modificare qualcosa in difesa dove subisce e, a differenza dello scorso anno, manca qualcosa in fase realizzativa. Nello scorso campionato l’Hellas è stato una rivelazione in positivo, quest’anno è in linea con una salvezza che può tranquillamente arrivare. La tristezza nell’ambiente non deve esserci, bensì consapevolezza, quella sì: la sconfitta contro il Torino può bruciare nel risultato e nella prestazione, ma va considerato che il Torino è una delle squadre più in forma del campionato. Tutti si devono rimboccare le maniche e Mandorlini, da allenatore esperto, lo spiegherà bene alla squadra. Poi c’è da valutare la condizione psicologica: la salvezza si gioca sui nervi, soprattutto quando ci saranno gli scontri diretti. Parma e Cesena le considero già andate, la terza casella libera cercheranno di evitarla Chievo, Atalanta, Cagliari e lo stesso Verona. A fare la differenza sarà il reparto difensivo: alcuni errori individuali potranno pesare alla fine.

Al di là degli uomini, a questa squadra manca quell'”essere” Hellas che lo scorso anno si vedeva in campo?

Parlare senza citare gli uomini è difficile. Lo scorso anno il centrocampo era basato su uomini con qualità tecniche, fisiche ma anche di ripartenza: mi riferisco a Romulo per esempio, che dava qualità, che attaccava la profondità, accompagnava l’azione, entrava dentro palla al piede con velocità e tecnica. Quest’anno il centrocampo, parlo di quello contro il Torino, vedeva giocatori dal passo abbastanza uguale come Greco, Tachtsidis e Hallfredsson: gente abbastanza compassata, forte fisicamente ma carente nelle ripartenze. Iturbe ti dava le accelerazioni, quest’anno Saviola, che gioca in un ruolo diverso e un po’ a corrente alternata, non lo fa. Nico Lopez ad un certo punto stava venendo fuori molto bene… Insomma, le qualità nel calcio contano. Senza nulla togliere agli altri, lo scorso anno i gol di Toni, l’esperienza e la personalità di Maietta… ecco, proprio quello che magari doveva dare quest’anno Marquez, che è un grande campione sta avendo qualche difficoltà. Sono tutte situazioni che si sommano e il risultato è un campionato diverso dalle aspettative. Il secondo anno può essere anche un po’ più “rilassato”… ma non credo sia questo il caso: a parte Toni e pochi altri, non ci sono tantissimi talenti che hanno fatto chissà cosa in carriera, ma si tratta di giocatori che devono mettersi sempre in discussione.

Di Gennaro a Verona di momenti “difficili” non ne ha vissuti. Saprebbe dire come si fa ad uscirne e a non perdere la testa?

Bisogna prima di tutto mantenere una buona condizione fisica, febbraio, marzo e aprile sono determinanti dal punto di vista atletico: se stai bene hai molta forza e sicurezza. Per il resto si cerca di trovare i giusti meccanismi. Verona è una piazza che sta accanto alla squadra, l’ha fatto in C1 con 12 mila abbonati, e su questo io non ho dubbi. Reputo normale anche che venga messo in discussione l’allenatore quando le cose vanno male, ma Mandorlini a questo c’è abituato: mi ricordo anche in B, dopo la sconfitta di Novara, c’era già il toto-allenatori. Però a Mandorlini va dato atto che in quattro anni e mezzo ha portato la squadra dalla quartultima posizione della Lega Pro al sogno europeo. Bisogna valutare a 360 gradi il suo lavoro, ha fatto molto bene. Quest’anno ci sono delle difficoltà, ma la classifica ti dà la possibilità di affrontare le partite con spirito battagliero, con i giocatori di esperienza che ci sono, come Marquez, Toni, Hallfredsson, che sanno soffrire e trasmettere motivazioni ai loro compagni. Lo spogliatoio diventa l’arma maggiore per ricompattarsi, giocare magari meno bene ma ottenere più punti. La classifica, con due squadre già quasi andate, è un buon viatico, ma non bisogna mollare nulla. Capisco che la sconfitta contro il Toro bruci, ma ci sono stati momenti peggiori. Confido nell’esperienza e nel buon senso dell’allenatore e dei giocatori, che possono fare qualcosa in più. 

Di Gennaro la usiamo come talismano. Domani saranno trent’anni da Udinese 3-5 Hellas Verona.

Quella gara fu davvero importante, anche stilisticamente, anche tecnicamente tra le migliori, non solo per il risultato.

Correva l’anno 1984-85. La partita più bella per il “Dige”.

Ovvio, quella contro la Juventus con il mio pareggio, l’1-1… se la Juve avesse vinto, avrebbe potuto rientrare anche in gioco, e quando rientra in gioco la Juventus può essere un problema, non solo dal punto di vista tecnico ma anche di altre situazioni.  Devo dire però che la prima partita è quella che ti dà maggiori emozioni, era contro una grande squadra come il Napoli e noi annientammo sia il Napoli che Maradona… poi feci gol anch’io, il 3-1… era l’inizio di un’annata fantastica. Successivamente ci furono passaggi importanti, come Udine per esempio, la vittoria contro il Toro a Torino con un po’ di fortuna, che serve sempre per raggiungere grandi traguardi…

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