
Immaginatevi un Ivan Juric senza trequartisti in rosa, senza esterni, senza la riserva di Veloso in questo momento del mercato. Avrebbe già mandato messaggi alla società, dichiarato che i giocatori a disposizione sono scarsi e pochi, che i giovani non sono pronti, si sarebbe già lamentato con i giornalisti del mancato mercato, di Setti che non compra nessuno, eccetera eccetera eccetera. Scene già viste che a Torino non hanno ancora iniziato a (non) apprezzare, ma arriveranno presto perché Vagnati e Cairo di fatto non gli hanno ancora comprato nessuno.
Di Francesco è diverso. Lui ha voluto conoscere i giocatori a disposizione, li ha valutati in ritiro, ha dato il giusto valore ai giovani e ha speso per loro belle parole. Ha dichiarato che ora con calma si andranno a tappare le falle della rosa, ha difeso la sua squadra dopo qualche leggera critica dopo lo 0-0 con la Virtus, ma soprattutto ha mostrato intelligenza e calma nelle sue interviste che restano comunque non banali. Lontano anni luce dall’irrequietezza e la polemica continua che appariva nelle interviste del croato.
Ora ci sono ben due prove del nove per Di Francesco. La prima nei risultati: vediamo se anche in quelli saprà non far rimpiangere il predecessore croato. E la seconda prova sarà in sede di calciomercato: vedremo se la pacatezza e la fiducia di Di Francesco porteranno ugualmente Setti a regalargli qualche acquisto di valore o se era davvero necessario essere irrequieti e punzecchianti, anche in pubblico, pur di ottenere i giocatori desiderati. Al tempo l’ardua sentenza.
Damiano Conati
Però aa Torino gli hanno preso solo un 2000. E va tutto bene?