Dov’è finito? Sossio Aruta

di Damiano Conati 

È l’1 marzo 1998. Al Bentegodi si gioca Verona-Pescara. Sul finire della partita, finita 2-0 per i gialloblù, tra gli abruzzesi entra tale Sossio Aruta, capello lunghissimo, fisico da toro e voglia di spaccare il mondo. La Curva Sud scaligera nota subito quella trottola scatenata e, vuoi per il risultato già in cantiere, vuoi per un campionato di B mediocre per quel Verona, vuoi per la goliardia che la contraddistingue, adotta il buon Sossio: lo acclama ad ogni tocco di palla, scandisce il suo nome, lo chiama addirittura sotto la curva a fine partita. È stata la prima e unica volta nella storia del Verona, che un avversario, che tra l’altro non aveva mai indossato in passato i gloriosi colori gialloblù, viene acclamato sotto la curva. Aruta tergiversa, Cammarata, suo compagno a Pescara e profondo conoscitore del mondo Hellas, gli dice di lasciar stare, ma lui è un focoso. E così Sossio Aruta, di Castellammare di Stabia, va sotto quella curva a prendersi una marea di applausi. Una scena che resterà unica nella storia gialloblù. Sossio Aruta, soprannominato Il Re Leone, per la folta chioma, non ha mai giocato nel Verona. Ma in molti se lo ricordano ancora per quel secondo tempo da favola.

Ha giocato invece praticamente in tutta Italia, ha persino partecipato alla trasmissione “Campioni, il Sogno”, con la maglia del Cervia allenato da Ciccio Graziani. E ovunque, tranne l’anno in B, ha sempre segnato montagne di gol. Nel 2009, all’età di 39 anni, arriva nel campionato di San Marino dove con il Tre Fiori segna 33 gol in 34 partite e centra pure la qualificazione ai preliminari di Champions League.

Dall’inizio della sua carriera, nel 1988, ha cambiato 29 maglie!! E oggi alla veneranda età di 45 anni fa il marito, il papà, ma soprattutto non vuol smettere di giocare: ha firmato da poche settimane con il Pimonte, nel campionato di Promozione campano, dove i tifosi sognano già i gol del Re Leone.

E i tifosi del Verona? Non si devono preoccupare. Se un giorno vorranno rivedere un nuovo Aruta correre come un ossesso sul prato del Bentegodi, possono sempre aspettare uno dei figli di Sossio: Danielciro! Con la speranza che, oltre al nome strano, abbia la stessa grinta e la voglia di fare del suo papà, il mitico e immortale Re Leone del calcio italiano.

2 COMMENTS

  1. Non è andata proprio così, ero presente allo stadio Bentegodi. Aruta, entrato con la voglia di spaccare il mondo, vero, ma venne preso in giro per tutto il tempo in cui è stato in campo; in particolare da quanto era in confusione, stava andando lui a battere un calcio d’angolo in favore dell’Hellas… a fine partita i tifosi gialloblù, per finire in bellezza la presa in giro, lo chiamarono sotto la curva proprio perché a loro parere aveva in pratica giocato per il Verona. E siccome il buon Aruta non aveva nemmeno capito di essere stato beccato per ogni tocco di palla, accennò anche ad andare sotto la curva, fu però fermato dall’Ex gialloblù Cammarata che invece aveva capito tutto. A quel punto i veronesi, accortisi della buona fede di Aruta, applaudirono simpaticamente la sua genuina buona fede.

  2. Io c’ero. Uno dei primi “oissa” fu di quella partita.
    Sossio Aaaaaruta era un giocatore sgangherato ma dal cuore d’oro che si impegnò allo spasimo e così fu simpaticamente adottato.

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