Due portieri potenzialmente titolari (Montipò e Pandur), due riserve (Berardi e Chiesa). Due centrali di destra: Ceccherini e Retsos, due in mezzo (Günter e Coppola), due a sinistra (Casale e Sutalo). Resta fuori dai conteggi il buon Dawidowicz che oggi è a Peschiera più per fare da interprete a Praszelik che per pensare ad un rientro a breve.
A centrocampo la teoria è la stessa, tranne che nella zona nevralgica dove la maggior incidenza di cartellini gialli, la Coppa d’Africa di Hongla e l’età di Veloso, hanno spinto la società ad avere un centrocampista centrale in più. E così ecco Faraoni e Depaoli a destra, Lazovic e Frabotta a sinistra. In mezzo sul centrodestra Tameze e Hongla, sul centrosinistra i due mancini Veloso e Ilic, con Bessa come jolly.
Infine l’attacco. Due i trequartisti mancini, Barak e Cancellieri, due i trequartisti destri, Caprari e Praszelik, due le punte centrali, Simeone e Lasagna.
Squadra equilibrata, completa in ogni ruolo, con moltissimi giocatori interscambiabili. Forse manca un po’ più di esperienza dietro e un attaccante centrale più strutturato fisicamente, ma l’ottima classifica ha consigliato al Verona di sacrificare un Magnani o un Kalinic, senza trovarne un sostituto nell’immediato.
Ed è proprio da tutte queste coppie che l’altro duo, Tudor-Bocchetti, vuole ripartire per concludere la stagione in bellezza.
Foto: instagram Hellas Verona
Damiano Conati