Partire dall’inizio o partire dalla fine, nel caso di Verona-Inter cambia poco: è sempre l’Hellas a segnare. Novanta minuti come una metafora, di cui il protagonista è ovviamente ‘Il Professore’ Miguel Veloso. Il primo tempo contro i nerazzurri è un commovente dominio del Verona, tralasciando visioni differenti e distorte sull’andamento della gara. L’Hellas si muove come una macchina perfetta, come una classe perfetta che presenta un progetto che sarebbe da 10 e lode, ma il voto è novemmezzo solo per non aver concretizzato qualcosa in più.
I gialloblù avrebbero strappato gli applausi a scena aperta del ‘Bentegodi’: dopo il vantaggio di Darko Lazovic che concretizza, grazie a un dribbling da mal di testa su Skriniar, una delle sue azioni canoniche, gli uomini di Juric sfiorano più volte il raddoppio, con la rasoiata a effetto di Dimarco o con il cross basso che trova Stepinski in ritardo di un soffio.
Anche Veloso, più di tutti gli altri a dire il vero, sfiora il raddoppio: riceve sulla destra, si accentra portandosi a spasso il difensore e calcia a incrociare dal limite: Handanovic di sale, ma il legno (il sedicesimo del Verona in questo campionato) è la sfortuna di chi eccede in precisione.
Sul punteggio di 1-0, continuando a giocare una straordinaria partita, l’Hellas deve però fronteggiare nella ripresa un’Inter più determinata, una squadra fatta di campioni che ha appena reagito a 45′ di sofferenza. I nerazzurri pareggiano, si portano in vantaggio con un pizzico di fortuna in occasione del gol, e a quel punto sembrano destinati a portare a casa la partita.
L’immaginario collettivo più affermato presenta un Veloso raffinato ed elegante sul campo, ma non sfugge all’occhio umano la sua gara di sacrificio. Più volte si agrappa a Borja Valero e altrettante riparte senza palla. Così, all’86’, un break di Rrahmani favorisce il portoghese nel cuore dell’area di rigore. La giocata che fa la differenza è questa: la stanchezza o l’inesperienza possono annebbiare anche le più nitide occasioni, ma a quattro minuti dalla fine il Professore può avvalersi della sua ‘saggezza‘ e della sua ‘cultura‘, che gli permettono di essere gelido sotto porta.
È lui il Cuore Gialloblù di Hellas Verona-Inter, votato dalla maggior parte dei tifosi che hanno poi indicato come seconda e terza scelta, rispettivamente, Darko Lazovic e Sofyan Amrabat. Fonte: hellasverona.it