E se fosse proprio D’Amico il Re Mida gialloblù?

C’era una volta il Chievo di Malesani. Quando andò via il tecnico, sembrava una disfatta, ma poi arrivò Delneri. Irraggiungibile? Macchè. Beretta, Pillon, Iachini, Di Carlo, Corini sono riusciti a tenere in alto il Chievo lo stesso, anzi è arrivato addirittura in Champions. Lungi da noi in questa sede tessere le lodi del Chievo, ma ci piace soffermarci sul denominatore comune di quei successi e di quei mister: Giovanni Sartori! Andato via lui, il Chievo è crollato. E in compenso è arrivata lassù in alto l’Atalanta che guarda caso c’è riuscita con Sartori dirigente.
Ora passiamo al suo collega sponda Hellas. D’Amico è entrato a Verona in silenzio, ha rivoluzionato in B una squadra neoretrocessa in malo modo e quando gli hanno messo in panchina un buon allenatore, la sua rosa ha centrato la promozione. L’anno dopo in coabitazione con Juric ha costruito una squadra strabiliante, con alcuni capolavori (Rrahmani, Amrabat, Pessina sono opera sua) che hanno portato plusvalenze e valore al Verona. Quest’anno ha allestito una squadra molto competitiva in pochissimi giorni, ha ceduto esuberi del passato, ha gestito i continui mal di pancia di Juric e ha scoperto i vari Lovato, Pandur, Ilic su cui pochi avrebbero scommesso. Ricordiamo altri suoi colpi da maestro: Faraoni, pagato 250mila in B, Empereur, arrivato a zero finché era fuori rosa a Foggia, Barak, Magnani, Tameze, acquistati per pochi milioni di euro. Senza dimenticare le cessioni eccellenti avvenute senza barcollare alle prime lusinghe delle big, Kumbulla su tutti. D’Amico in tre anni ha costruito una nave da crociera con pochissimi soldi e Juric (che lo ha sempre elogiato) l’ha condotta magistralmente nel mare spesso in tempesta.
Ora siamo alla prova del nove. Saprà ripetersi il direttore sportivo dei miracoli? Se riuscirà a regalare a Di Francesco una rosa importante come negli ultimi anni e portare a Verona nuovi giocatori poco conosciuti da valorizzare e vendere a peso d’oro, allora D’Amico non sarà più solo conosciuto grazie al lavoro sul campo di Juric, ma può diventare a tutti gli effetti il nuovo Giovanni Sartori che tutti i tifosi gialloblù si augurano.

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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