E se Juric fosse il Re Mida gialloblù

Non abbiamo l’intenzione di sminuire nessuno. Anzi, mai come quest’anno il lavoro del direttore sportivo del Verona merita solo elogi: il lavoro in simbiosi con il mister, cessioni importanti, gestione ottima di alcuni casi spinosi e soprattutto la scoperta di due potenziali crack come Amrabat e Rrahmani, rendono più che onore a D’Amico.

Però qualcosa non quadra. Iniziano già i primi mugugni della piazza perché a giugno se ne andranno i due talenti sopracitati e perché il giovane Kumbulla è chiacchierato sul mercato. Però dall’altra parte una firma illustre come Gianni Mura scrive che Juric sta facendo le nozze coi fichi secchi. Chi ha ragione? Mura, che vede una rosa gialloblù con scarsa qualità ma guidata da un grande condottiero? O chi si dispera per la partenza dei suoi presunti campioni? Probabilmente la verità sta nel mezzo e la risposta si può trovare in Gasperini e nel suo giocattolo Atalanta, modelli a cui Juric si ispira.

Dal momento del suo arrivo a Bergamo, la meravigliosa società nerazzurra, ha venduto a Gasperini un sacco di pezzi pregiati, alcuni anche a stagione in corso, a cifre altissime. Quante di queste cessioni oggi sono effettivamente dei rimpianti per l’Atalanta? Probabilmente nessuno. Gagliardini è riserva all’Inter, Caldara zero minuti giocati in due stagioni al Milan, mentre Conti e Kessiè in rossonero deludono ogni domenica. Bastoni venduto giovanissimo all’Inter farà parlare di sè, ma non ha ancora iniziato a farlo. Spinazzola tornato alla Juve ha deluso e oggi a Roma non brilla di certo. Kurtic, Paloschi, Petagna, Berisha e Reca non stanno facendo fuochi d’artificio a Ferrara, mentre Cornelius a Parma ha passato più tempo in infermeria che in campo. Gli unici sono Cristante e Mancini che a Roma, dopo un inizio difficile, sembrano aver trovato una loro dimensione, anche se il centrocampista scuola Milan è spesso infortunato.

Tutto questo per dire innanzitutto che le cessioni non accadono solo a Verona, ma che, se vengono accompagnate da investimenti, possono servire per crescere ancora. E poi l’intenzione era sottolineare che questi giocatori brillavano a Bergamo, ma altrove stanno faticando. Erano figli del progetto tecnico di Gasperini e la dirigenza atalantina è stata bravissima a cederli alle big non appena ne ha avuto la possibilità perché sapeva che poteva farlo. Questo ha permesso a Sartori di blindare campioni come Gomez, di investire su altri giocatori importanti come Ilicic e Zapata e di scommettere su altri semisconosciuti come Castagne, Gosens e Freuler.

Tornando al pianeta Hellas, probabilmente il punto è proprio lo stesso. Amrabat e Rrahmani oggi brillano, ma siamo sicuri che lontani dal mentore Juric facciano lo stesso? Non stiamo parlando di due scoperti in paesi caraibici, ma di due nazionali che disputavano la Champions League fino a pochi mesi fa. Possibile che nessuno li avesse notati prima? È una improvvisa esplosione dovuta alle acque termali di Sirmione o sono frutto del lavoro di Juric? Senza il tecnico croato saranno gli stessi?

Di fronte a tutte queste domande e al fatto poi che il Napoli ha proposto loro contratti faraonici, è più che giusto cedere i due. Ad una condizione però: rinforzare la squadra con gli oltre 30 milioni che entreranno, darle stabilità e blindare Ivan Juric che, come l’amico Gasperini a Bergamo, sa trasformare in oro anche i fichi secchi.

Damiano Conati

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

*