Michele Coratto
Il primo anno di C Cannella ci definì la Juve della categoria mentre quest’anno Bigon bollava il Verona “clamorosamente adeguato” per la A.
Cantonate pazzesche, iperboli assurde, archiviate nella mestizia dei brutti ricordi. Echi di figuracce che rimangono udibili a distanza di mesi. Perfino di anni.
Virtuose “cazzate” ratificate da campionati inguardabili. Lucide follie le cui paternità tra qualche secolo rischiano di rivoluzionare la toponomastica di vie e piazze cittadine.
Nella carrellata (limitata solo all’ultimo decennio) impossibile non incrociare le dita e sperare di non inanellare altre perle.
Eppure è verosimile che ci sia ancora posto nella ipotetica “Hall of Fame” delle spregiudicate sparate mediatiche.
Questa volta, a candidarsi per un posto a fianco dei due direttori sportivi, pare esserci proprio Setti.
Chiariamo bene che al momento trattasi solo di una candidatura, niente di più. Tuttavia la promessa odierna: “Il prossimo Hellas Verona varrà tre volte le altre squadre di B” lascia trasparire spavalderia e riflette qualche rischio comunicativo.
Fiera consapevolezza o presunzione? Venticinque milioni di paracadute, per stessa ammissione presidenziale, non saranno investiti totalmente. Una parte (grande o piccola lo capiremo solo alla fine del calciomercato), verrà utilizzata per sistemare i conti, ma evidentemente il Patron gialloblù ha ben presente quale sarà l’esborso dei concorrenti e sa già che rispetto a loro la sua spesa sarà superiore di tre volte.
Dati alla mano (e li verificheremo solo se la Società renderà pubbliche le cifre degli investimenti sia come acquisti che come ingaggi), potremo allora valutare il potenziale presunto della squadra che verrà.
Diversamente dovremo accontentarci di attendere i bilanci dell’attuale gestione sportiva a fine 2017, quando l’Hellas avrà presumibilmente centrato il ritorno nella massima serie. E Setti evitato ulteriori inchieste giornalistiche.