Fora da stadio a piè, rento messiè! W l’Italia!

È difficile commentare quanto sta accadendo in queste ore a Verona. Da un lato sindaco e questore, dall’altro la società sportiva. Da un lato sembra di essere in guerra, dall’altro alla scampagnata dei boy scout.

Quartieri chiusi dalle 18, tangenziale chiusa due ore prima della gara, Polizia locale che vigilerà dalle 13 per tutelare i residenti: si parla di vero e proprio piano di sicurezza. E poi ancora bottiglie di vetro e lattine vietate nei quartieri intorno al Bentegodi: si può bere solo nel bicchiere. Ma non finisce qui: 130 telecamere di sorveglianza dai caselli autostradali fino ai parcheggi dello stadio. E infine l’appello: allo stadio andate a piedi, in moto o in bicicletta. Dighelo a quei che vien da Erbezzo, Malcesine, Villa Bartolomea o San Giovanni Ilarione! Insomma tutto è pronto per quella che potrebbe sembrare la paura di una guerriglia vera e propria e non una partita di calcio. Chiaro che tutti questi ottimi (non c’è che dire) mezzi preventivi saranno pagati con le tasse dei cittadini!

Poi però c’è lo stadio. Dove avverrà in realtà l’evento in questione. 31mila posti esauriti, di cui metà di milanisti, esauriti pure loro, che per forza di cose si dovranno mischiare ai veronesi. Non in Curva Sud, è ovvio, ma in tutti gli altri settori ci saranno magliette gialloblù e magliette rossonere sedute vicine, ci sarà chi si alza esultando per un gol, ma anche chi per paura di casini si vestirà da “prima comunione” e soffocherà in gola ogni momento di gioia o costernazione. È giusto che sia così? Ci saranno sicuramente litigi, qualche botta, momenti di paura per quelle famiglie ignare di ciò che uno stadio può ancora offrire oggi. E il giorno dopo i piagnucolii, i sermoni, gli attacchi moralistici. Esageriamo? Speriamo di sì, ma l’esperienza di questi anni ci dipinge esattamente questo quadro.

E mentre in tutti gli stadi d’Italia vietano biglietti in vendita a regione (e troppo spesso è il Veneto) e la società civile si prepara a “combattere” fuori dallo stadio, dentro al Bentegodi non è stato previsto nulla di tutto ciò. Si poteva prevenire? Eccome, bastava volerlo fare. Ora non resta che sperare che vada veramente tutto bene, in questa che sembra essere l’ennesima pagliacciata all’italiana.

 

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

1 COMMENTO

  1. Chapeau Damiano un ritorno al futuro azzeccatissimo mi sembra tutto preparato a partire dalla scelta dell’arbitro ma il magliaro quando serve non parla e quando lo fa lo fa a proposito vedi “chicco Mascetti ” o i tre greci che fondarono il verona ….miserie

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