Hellas, è già Game Over?

Foto: Andrea Mandorlini (repubblica.it)

di Enrico Brigi

Questa volta il campanello di allarme suona per davvero. Dopo il sofferto pareggio di Bergamo e la positiva prova di San Siro, anche se culminata con una sconfitta, il capitombolo interno con la Lazio apre ufficialmente le porte della crisi. Qui c’è veramente poco da stare allegri perché tre punti in sei partite – frutto di tre pareggi, altrettante sconfitte ma soprattutto nessuna vittoria – sono un bottino decisamente magro, ben al di sotto di ogni più rosea aspettativa. A destare particolare preoccupazione non è tanto la sconfitta casalinga ma l’inaspettata involuzione di cui sembra essere preda la squadra di Mandorlini. A guardar bene il film di queste prime sei giornate, esordio con la Roma a parte, raramente si è visto l’undici gialloblù esprimersi a livelli ai quali eravamo abituati. L’enorme sequenza di infortuni – dopo la partita con la Lazio si sono aggiunti anche Greco e Juanito Gomez – rappresenta un alibi di tutto rispetto, tuttavia, il secondo ko di fila porta inevitabilmente la tensione a livello di guardia. Contro i biancocelesti, pur dimostrando un encomiabile impegno, i gialloblù hanno palesato evidenti difficoltà sul piano atletico e tattico, commettendo le solite ingenuità difensive che anche hanno consentito agli avversari di fare ancora una volta bottino pieno. Dietro la lavagna c’è posto anche per Mandorlini, autore di alcune scelte decisamente poco condivisibili. Sull’undici da mandare in campo hanno pesato non poco le diverse assenze, ma dal tecnico gialloblù era lecito attendersi qualcosa di diverso. Non ce ne voglia il malcapitato Hallfredsson, ma schierare dal primo minuto un giocatore reduce da quasi un mese di inattività, che per ottanta minuti ha girovagato come un fantasma per il campo, vale come aver giocato con un uomo in meno. Un handicap che il Verona di oggi non si può assolutamente permettere. Sulle scelte dell’allenatore pesa, inoltre, non aver convocato nessun giovane della primavera di Pavanel, specialmente per quanto riguarda il settore offensivo. E’ successo, infatti, che al momento dell’uscita anzitempo di Gomez per un problema all’adduttore, il tecnico si è affidato al polacco Wszolek, di professione terzino/centrocampista, con il risultato che tutti possono immaginare. Probabilmente, visto come è andata, sarebbe stato meglio optare per un classico 4-4-2, modulo sicuramente più adatto alle caratteristiche degli uomini a disposizione e magari l’esito avrebbe potuto essere diverso. Il signor Bela Guttmann – per intendersi l’allenatore del Benfica che negli anni 60, rivolgendosi ai propri ex-tifosi pronunciò la famosa frase “senza di me non vincerete più nulla per i prossimi cento anni” – non perdeva tempo di ricordare che i giocatori non devono mai adattarsi ai moduli ma viceversa, perché sono loro i veri interpreti. Non è andata invece così al Bentegodi dove anche oggi Mandorlini, è rimasto fermo sulle sue convinzioni tattiche, pur non disponendo di tutti gli uomini adatti. Ora la situazione appare decisamente critica ed il prossimo incontro in calendario non aiuta certo a rasserenarla. Il settimo turno, infatti, propone il derby con i cugini del Chievo, che quest’anno sembrano addirittura rivivere i fasti di una seconda favola. Dopo la stracittadina ci sarà, invece, la sosta per la nazionale e l’occasione sarà propizia per qualche ragionamento a bocce ferme. La panchina di Mandorlini inizia a traballare pericolosamente ed un eventuale passo falso contro gli uomini di Maran, potrebbe veramente segnare la fine della sua esperienza in gialloblù. E’ brutto dirlo e molto difficile ammetterlo ma le voci che chiedono la testa del tecnico iniziano a farsi sempre più insistenti. Non solo, la presenza nello staff tecnico di Diego Bortoluzzi – da sempre fidato collaboratore di Guidolin – per alcuni potrebbe addirittura rappresentare l’apripista per il possibile approdo in riva all’Adige del tecnico di Castelfranco Veneto. Siamo vicini ad un clamoroso Game Over del Mister?

2 COMMENTS

  1. Mi sembra che i toni e i contenuti dei vostri ultimi articoli pubblicati siano eccessivi, e soprattutto non obiettivi. La squadra, l’allenatore e l’ambiente in questo momento non hanno bisogno di voci destabilizzanti e sopratutto, vista la situazione che vede molti uomini infortunati e l’impossibilità di schierare una formazione competitiva non è possibile imputare al mister la responsabilità di questo momento negativo. Sarebbe bello per una volta poter leggere un pezzo che non vuole per forza far notizia ma che rispecchi realmente la realtà dei fatti. Saluti. F.M.

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