di Enrico Brigi
Nell’attuale situazione di classifica, nonostante una retrocessione virtualmente alle porte, non erano pochi quelli che confidavano nella potenziale ancora di salvezza rappresentata dal mercato di gennaio. Le operazioni messe in atto dalla società di Via Belgio si prestano a diverse chiavi di lettura. Da un lato bisogna riconoscere a Bigon un deciso rinnovamento della rosa a disposizione di Delneri attraverso le cessioni di giocatori ritenuti probabilmente non più utili alla causa, a loro volta compensate dall’arrivo di giocatori più giovani e magari più motivati. E’ altrettanto vero, tuttavia, che quasi tutti i nuovi arrivati giungono in riva all’Adige in prestito secco, pronti a tornare alle rispettive società di appartenenza al termine di questa stagione. Tutto ciò appare in netta distonia con quanto affermato con orgoglio dal presidente Setti fino a qualche settimana fa, che considerava un vanto il fatto di disporre di una rosa costituita quasi interamente da giocatori di proprietà. Ora, complice forse anche la classifica non certo idilliaca, la situazione risulta improvvisamente capovolta. L’impressione diffusa è quella che la società abbia già iniziato a preparare le basi per una potenziale discesa nella serie cadetta. La massiccia presenza di giocatori in prestito o in scadenza di contratto implica, però, la totale assenza al momento di un’effettiva programmazione in quanto tutto questo comporta la necessità di rimettersi già a giugno attorno ad un tavolo per programmare il futuro. Le “illustri” cessioni effettuate nella sessione invernale di mercato assieme a quelle date già per certe a fine stagione provocano un piccolo campanello d’allarme che lasciano presagire come unica intenzione della società quella di monetizzare il più possibile senza aver realmente in tasca il cosiddetto “piano B” (termine appropriato), necessario per impostare l’immediata risalita nella serie maggiore. Vera programmazione o semplice smobilitazione? I dubbi restano. Ai posteri l’ardua sentenza…
