I fotogrammi del monday night gialloblù

Probabilmente per la prima volta in stagione, il tifoso gialloblù se ne torna a casa con la consapevolezza che questa squadra ha la possibilità di salvarsi. E già questo potrebbe bastare per dire che finalmente il Verona ha dimostrato di esserci, ha giocato alla pari con una big e ha dato prova di impegno, grinta e spirito di sacrificio davanti al pubblico veronese. 

Si salverà, non si salverà? Quello che conta è aver dimostrato di non essere inadeguati alla categoria.

Andiamo a leggere la partita con l’Inter attraverso i nostri consueti fotogrammi gialloblù. 

Primo fotogramma spetta di diritto a Giampaolo Pazzini, leader silenzioso. Segna il rigore più difficile della carriera (20 su 21, l’unico errore proprio in maglia interista qualche anno fa): perché lo segna a freddo, entrato da pochi secondi e contro il più forte portiere della Serie A. Scippa la palla a Cerci che stava per calciare, ma che consegna subito l’incombenza al suo capitano. Scalda i cuori dei tifosi ed è vero trascinatore di questo gruppo. Probabilmente il nuovo schema pecchiano non è adatto a lui e la panchina, da un punto di vista tattico, è giusta. Lui però sa aspettare, in silenzio, nonostante colui che gli ha rubato il posto fatichi enormemente in zona gol. Chapeau per il Pazzo.

Secondo fotogramma lo dedichiamo al pubblico di Verona che tifa Hellas. Troppi veronesi che tifano “strisciata” ancora sugli spalti, ma il pubblico gialloblù ha dominato dando dimostrazione di civiltà e tifo genuino. I supporter interisti se ne tornano a casa con 3 punti ma con la consapevolezza che il Bentegodi, quando gioca il Verona, non è terra di conquista. 

Infine un piccolo fotogramma spetta a Lee. “Ma dove c… valo el corean?” cantavano alcuni tifosi di tribuna superiore sulle note della ben più famosa canzoncina legata a Caverzan. Già: dove va il coreano? Probabilmente troppo spesso in panchina perché ha dimostrato di essere pronto per più minutaggio, per maggior fiducia e, perché no, per una maglia da titolare. Ci pensi, Pecchia, perché i tifosi hanno bisogno di essere infiammati dalle giocate di questo piccolo talento che “sulla fascia va!”

D. Conati

Federico Messini nasce a Villafranca di Verona il 15/05/1990. Studente in lettere moderne presso l'Università degli studi di Trento. Scrittore e cantautore ha all'attivo due pubblicazioni : "Il gioco degli spiccioli" uscito nel 2013 e "Il doppiatore" uscito nel 2016.

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