Il conforto della matematica 

di Enrico Brigi



Cala il sipario su questo 2015 e in riva all’Adige c’è veramente poco da stare allegri. La squadra di Delneri fallisce nuovamente l’appuntamento con la prima vittoria stagionale e si avvia a festeggiare il Natale con il pesante fardello di unica squadra in Europa a non aver ancora vinto. I record negativi non finiscono qui perché i gialloblù, con diciassette turni senza successi, hanno eguagliato anche la striscia negativa stabilita nel campionato 2006/2007 dall’Ascoli, che colse la prima vittoria solo alla diciottesima giornata, senza riuscire, peraltro, ad evitare la retrocessione al termine della stagione. Contro il Sassuolo, organico di qualità sempre in grado di giocare un buon calcio, il Verona ci ha provato fino in fondo, affidandosi al cuore e a quel poco di qualità di cui dispone, ma mostrando ancora una volta gli oramai consueti limiti di gioco e di concentrazione. Da quando sulla panchina gialloblù siede Delneri il cambiamento c’è stato, tuttavia, per invertire la rotta serve evidentemente quel qualcosa in più che al momento sembra non essere a disposizione dei gialloblù. La squadra corre, lotta, ma quando si tratta di capitalizzare mostra evidenti lacune che nemmeno un pizzico di buona sorte potrebbe aiutare a mascherare. Un vero peccato non aver raccolto i tre punti perché la vittoria sarebbe servita come il pane in quanto, oltre che risollevare il morale, avrebbe permesso di “accorciare” su Frosinone, Bologna e Genoa, uscite sconfitte rispettivamente dai match giocati contro Milan, Empoli e Roma. Con i neroverdi si è rivisto il solito 4-2-3-1 con le corsie esterne occupate da Wszolek e Siligardi e con Ionita nell’oramai consueta veste di “guastatore” alle spalle del troppo solo Toni. I gialloblù sono scesi in campo con il giusto atteggiamento fin dal fischio iniziale del mediocre signor Guida di Napoli – decisamente “strana” la sua designazione dopo il recente turno di Coppa Italia in terra partenopea – ma hanno dovuto ancora una volta fare i conti con l’ennesima amnesia difensiva di questa sciagurata stagione. Il fatto di aver rimesso in piedi l’incontro prima dell’intervallo, con una rete in spaccata di Toni, sembrava aver riacceso le speranze vanificate, tuttavia, da una seconda frazione di gara con poche emozioni. Nel tabellino finale del secondo tempo, infatti, oltre ad alcuni tentativi finiti fuori bersaglio o terminati debolmente tra le braccia di Consigli, l’unico squillo è stata una girata al volo di Pazzini, respinta in angolo dal sempre attento estremo neroverde. L’allenatore gialloblù, che confidava in un regalo da parte di Babbo Natale, cerca comunque di guardare oltre, fedele ad una fiducia quasi commovente, dimostrando, o cercando almeno di farlo credere, di nutrire ancora tanta fiducia sulle possibilità di ripresa. La strada rimane lunga e complicata ma secondo il tecnico friulano la sua squadra mantiene ancora intatte le possibilità di giocarsela fino in fondo. Dopo le festività, l’attenzione sarà rivolta giocoforza, oltre che sugli incontri di campionato, sul consueto mercato di gennaio dove la società sarà chiamata a “puntellare” l’organico in maniera di non lasciare nulla di intentato sulla strada per la salvezza. Le scelte a disposizione non sono molte perché chi ha i giocatori buoni se li tiene stretti e chi cerca spazio o nuovi stimoli difficilmente accetta una situazione “critica” come quella all’ordine del giorno in casa Hellas. In ogni caso, visto che la speranza è l’ultima a morire, per il momento l’imperativo è quello di rimanere aggrappati al conforto della matematica che fino a prova contraria rimane una delle poche certezze alle quali potersi affidare. Non è molto ma, almeno per ora, non rimane altro…

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