Il prototipo del tifoso è gialloblù 

di Michele Coratto

Forse non c’è bisogno di rimarcarlo ma avere a cuore la sorte dell’Hellas Verona va aldilà di ogni considerazione su guida tecnica, società o calciatori. Amare e soffrire per i propri colori accomuna di per sé il sentimento dei tifosi.

Una volta assiepati sugli spalti del Bentegodi le diverse prospettive si fondono e confluiscono in un’unica certezza: il gialloblu’ dell’Hellas. Le polemiche, anche se piccate, si azzerano e il tripudio di cori sommerge i ventidue in campo per spingere il Verona ad ottenere il massimo. 

Le bandiere garriscono al vento nella stessa maniera, sia che vengano sventolate da “mandorliniani” che da “delneriani”. Inconsciamente la frequenza si sintonizza senza manipolare il modulatore ed in barba alla teoria dell’entropia le discussioni della settimana vengono ordinate ed archiviate con successo. 

Unico in Italia per religioso spirito di appartenenza (quando le cose vanno bene ma soprattutto quando vanno male), il tifoso del Verona somatizza il quotidiano dell’Hellas senza mostrare mai segni di cedimento. 

Il meglio di sé lo tira fuori durante i novanta minuti più recupero della gara, grazie ad una fede a dir poco commovente. Sostiene ed incita la squadra senza sosta e non pretende null’altro che l’impegno. 

Come mai dunque il Verona non ha ancora ottenuto una vittoria? Se ad entrare in campo fosse la fede della Sud, la squadra sarebbe da scudetto. 

Ci siamo. Dopo la sosta natalizia ricominciano gli allenamenti e il 6 si va a far visita alla Juve: come al solito il veronese ci sarà. E tu, vecchio Hellas, nella tana dell’acerrimo nemico proverai a strappare la prima soddisfazione stagionale?

Michele Coratto si diploma al Liceo Classico “Scipione Maffei” e si laurea in Scienze della Comunicazione a Verona. Giornalista dal 2011, collabora con la Redazione Sportiva de L'Arena ed è Direttore Responsabile di Hellas News.

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