In nome della rosa titolare

Amiamo l’Hellas, ci siamo fidanzati decenni fa ed in nome della sua rosa abbiamo sempre ingurgitato rospi e salamandre travestite da coccodrilli.

Quest’anno Guglielmo da Baskerville ed il fedele birraio Adson di borgo Venezia dovranno scoprire quali rospi diverranno Principi Reali e quali altre bestie striscianti andranno invece in pentole cinesi ad assaporare una focosa estate anticipata a gennaio.

Fra’ Salvatore dalle mille locuzioni ed i Seguaci Dolciniani avrebbero individuato la causa della macedonia infetta non mangiabile nemmeno con l’aggiunta dello zucchero a velo di stampa xanax ciupa ciups.

Laterali e centrali lenti come bachi da seta, deboli come coccinelle sotto una suola vibram.

Scarafaggi bruni scambiati fra i sacri libri manuensi benedettini come chicchi di caffè pregiati. Poi se tostati alla prova vera emettono effluvi più maledorandi di tutta Montebello. Carte moschicide verdeoro scadute, collante secco improvvisamente tossico da lasciare la lingua di colore nerastro irremediabilmente avvelenata. Altri Nazionali più “celestine” che Marlboro oro.

Arcieri d’attacco, figli della grande zebra, sottoposti a stress da lavoro correlato emulano padre Divino Georges cieco ed impotente.

Guglielmo da Baskerville, saggiamente critico sorride, pensa e salvando tra il fuoco della collera di Bernardo Guy la dolce satira come libero giudizio che salverà il campionato di tutto il monastero, preservando la vecchia cultura, l’eterno divertimento, la gogliardia e la nota storia recente.

Arriverà quindi da Roma

“La sacra balota” che brucerà sulle pire tutte le vecchie promesse.

Penitenziagite! Penitenziagite!

Mas.Rec.

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