Juric non lava i panni sporchi in famiglia e chiama Setti a gran voce

Queste le piccantissime parole di mister Juric a Dazn.

“Io e Tony abbiamo un rapporto fraterno: per me è molto più di un direttore sportivo. Poi lui è più calmo e più sereno, io sono più cattivo in quel senso. In questi due anni, noi abbiamo fatto qualcosa di allucinante e il fatto che la società non venga a parlare con me nonostante ci siamo salvati da tanto è un brutto segnale: una mancanza di rispetto totale per me. Poi giustamente D’Amico dice aspettiamo e  vediamo che succede: ma nel calcio non è normale. Noi ci mettiamo il cuore per il nostro lavoro, che ci toglie tante energie: ci facciamo dei film per pensare a come migliorare e crescere, non è che alleno e vado a casa, io penso anche al Mantova, a come costruire giocatori o mettere in campo i giovani. Se poi non vedi lo stesso entusiasmo dalla società ci rimani male. D’Amico l’ha interpretata così, ma io un po’ ci rimango male, perché non mi sembra la cosa giusta da fare. Adesso vediamo cosa succede: ci sono 10 giorni, io ho un contratto e, come dice Tony, io e lui siamo due dipendenti. Però il lavorare bene per me è un’altra cosa. Mi sarebbe piaciuta una carezza, perché ci siamo salvati contro un Cagliari che ha speso molto più di noi. Mi sarebbe piaciuto un apprezzamento diverso. Per me l’onestà sta al primo posto, ma quando metti tanto impegno poi ci rimani male su alcune cose. D’Amico ha lavorato bene per la disponibilità che ha, in confronto a realtà come Torino e Cagliari, che però oggi noi guardiamo dall’alto. Quando fai così bene, con così tanti sacrifici, per me ci vuole qualcosa in più. Oggi rivedendo la partita dico che l’abbiamo stradominata. In questa partita c’è il lavoro di due anni, abbiamo giocato veramente con l’orgoglio. Voi giornalisti mi parlate dei nostri giovani. Noi non abbiamo paura di metterli in campo. Ilic ci è costato 2 punti con lo Spezia, ma mi piace e oggi ha giocato una grande partita difianco a Barak, nonostante siano mancini entrambi. Qual è il mio rammarico? È che spesso questi giovani non sono nostri e che dipende dalle altre società: a me questa cosa toglie il sonno. Noi facciamo un lavoro immenso e alla fine a guadagnarci sono altri. Il mio futuro? Una big? Per me questo a Verona è un grande lavoro, ma l’importante è essere chiari e avere entusiasmo. Noi dobbiamo migliorare, altrimenti non va bene: noi in questi due anni abbiamo fatto un lavoro stupendo in ambito sportivo, abbiamo ribaltato tutto, dall’alimentazione allo staff medico. Ma questo deve essere supportato, sennò poi ti spegni. Oggi questa partita ha racchiuso il meraviglioso lavoro di due anni. Abbiamo creato una cultura del lavoro importante, ma per fare questo devi scontrarti anche con i giocatori. Le ultime partite sono l’esempio di grandi prestazioni e questo mi rende veramente orgoglioso”.

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