Juric: “Si gioca bene, ma si perde. Salto di qualità? Solo con giocatori più forti”

Ecco le parole di Ivan Juric dopo Fiorentina-Verona.

“Ci sono questi momenti come questo nell’arco di un campionato, abbiamo concesso poco ma quel poco è bastato per concedere due gol. E’ stata una buona prestazione comunque, dentro di me provo dispiacere per i ragazzi ma molta soddisfazione per quello che abbiamo prodotto. La squadra ha dimostrato che c’è ed ha fatto una grandissima prestazione. Bisogna essere sempre realisti, oggi ci sono stati momenti di grandissimo calcio. Bisogna adesso finire bene ma i ragazzi hanno dimostrato di esserci”.

Questa è la sconfitta che le fa più male?
“Anche con la Samp avevamo dominato in tante cose, poi è andata male, oggi di nuovo. In passato qualche partita ci è andata bene, ultimamente ci è andata male e mi dispiace per i ragazzi. L’espressione del gioco, però, mi soddisfa”.

Secondo lei il Verona ha la pancia piena?
“Uno da fuori la può pensare così. Ma chi ha visto la prestazione di oggi vede che la squadra gioca, vuole fare tutto. Ci sono limiti che stiamo pagando, ma non è così. Con la Lazio abbiamo perso all’ultimo minuto, oggi dopo molte occasioni nostre, abbiamo preso gol al primo tiro”.

Cosa vi manca per fare il salto di qualità?
“Giocatori forti, se vuoi essere forte. Altrimenti se vuoi lottare per la salvezza, questa è una squadra competitiva: ci siamo salvati con dieci giornate d’anticipo, ed è una cosa bellissima. Per fare il salto serve una base solida e aumentare la qualità”.

Cambiare il sistema di gioco può essere una soluzione per il suo Verona dopo 6 sconfitte in 7 gare?
“Cambi il sistema quando giochi male, ma quando giochi così non c’è da cambiare. Qualcuno ha dato tanto, alcuni troppo poco ma quando vedi partite del genere non cambi. In questo momento ci gira solo male”.

In cosa è mancata la squadra contro la Fiorentina?
“Mi viene da pensare all’azione fantastica di Bessa o la grande parata su Lasagna. Ci sono momenti in cui il campione può risolvere come per esempio succede nell’Atalanta. Volevamo fare una grande prestazione e l’abbiamo fatta, è mancato il risultato. Quando vinci sei un fenomeno, adesso è un momento che va male”.

Secondo lei il problema è legato alla fase difensiva?
“Noi quest’anno eravamo molto concentrati sul non rischiare niente e sul fare risultato, badavamo tanto alla concretezza per sfruttare le pecche degli avversari. Adesso abbiamo migliorato molto il gioco però non siamo ancora così solidi come vorrei. La strada è giocare bene, cercare di non perdere la cattiveria agonistica per diventare una squadra forte”.

Ultima domanda sulla Superlega che pare essere naufragata…
“Non mi piace, chi ama il calcio non può apprezzarla. Il mio presidente non va mai un euro sopra, siamo sempre precisi, altri gestiscono in allegria e devono poi inventarsi qualcosa. Poi, pensare di togliere queste emozioni a una città… non ho parole. Sono d’accordo con le parole odierne di De Zerbi. Arrivano delle proprietà che vedono il calcio come business, ma il calcio non è NBA. Qua c’è passione, amore. Così non si fa, piuttosto bisogna abbassare gli stipendi, stare attenti nella gestione come facciamo noi. Speriamo sia davvero naufragata”.

D. Con.

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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