L’Analisi

di Damiano Conati
Dopo il derby, stravinto sugli spalti e non deludente in campo, emuliamo il recente successo della Pixar, Inside Out, per descrivere gli stati d’animo del tifoso gialloblù.
Disgusto. Tutti i grandi allenatori della storia hanno sempre costruito i loro moduli di gioco in base ai giocatori presenti in rosa. Per Mandorlini è il contrario, prima il modulo, poi la squadra. Ed ecco il voler ostinarsi col 4-3-3 nonostante non ci siano tre attaccanti veri disponibili e manchi la punta centrale e spostando un mancino come Greco a destra.

Rabbia. Prendere gol ogni domenica. Il Verona fa la fortuna degli scommettitori: hai la certezza che un gol ci sarà sempre, perché lo subisce. Poi se rimontato o nel finale, come ultimamente accade, la rabbia aumenta.

Tristezza. Zero vittorie, anche se con Roma, Toro, Inter e Chievo si poteva raccogliere qualche cosa in più. Solo sei gol fatti, di cui cinque derivanti da calcio piazzato. Troppi infortuni e addirittura gente coi crampi ai primi di ottobre. Tristezza mista a sconforto.

Gioia. Perché qualche segnale di ripresa c’è. Perché la squadra sembra compatta. Per c’è un pubblico straordinario. Perché arriva la sosta, che permette di recuperare un po’ di gente.

Paura. Accendere il televideo della Rai sul 203 e guardare la classifica. Basta e avanza per spiegare cos’è la paura…

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