Le Pagelle dei gialloblù 

Gianni Tomelleri

Nicolas 6,5: il Verona non sarà mai la Disonestus della cadetteria – Eupalla ce ne scampi e liberi – ma il portiere gialloblù – fatte le dovute proporzioni – ricorda uno dei migliori nel ruolo: pochi interventi nel corso della partita, uno decisivo, e sempre preciso e puntuale in ogni uscita, dando sicurezza al reparto. La porta è chiusa come non accadeva da quasi 300 minuti e l’Hellas beneficia di uno dei migliori interpreti nel ruolo dai tempi di Frey. Sicurezza.

Pisano 6: l’inizio del terzino è contratto ed arrugginito, tanto che da una sua diagonale mancata scaturisce l’occasione per Visconti. Sale di giri con l’andare dell’incontro e ritrova sicurezza e forza per contribuire in fase di costruzione. Solo ai meno attenti saranno sfuggite le non infrequenti frizioni con Romulo. Da ritrovare.

Souprayen 5,5: il francesce è alla seconda partita consecutiva non all’altezza delle precedenti. Da un suo errore in disimpegno e dal successivo mancato rientro nasce la migliore occasione per il Trapani; qualche volta Caracciolo mette una pezza dalla sua parte. Ha già dimostrato lo scorso anno di non essere giocatori da 40 partite, forse nemmeno da 30. Sostituto cercasi.

Bianchetti 5: sporca una prestazione ordinata contro avversari di valore modesto con un espulsione davvero evitabile. Improvvido.

Caracciolo 6,5: è ormai evidente che il centrale ha preso in mano le redini della difesa e non fa fatica a reggerle contro il peggior attacco della cadetteria. Gli avanza il tempo di chiudere a destra e a manca. Leader.

Fossati 6,5: uno dei due cardini tecnico tattici del Verona produce un’altra prestazione ammirevole per quantità e qualità. Per lo più incanta, qualche volta si incanta, ma è fondamentale nel “balon cantado” di questo Verona. Ammonito, chi l’avrebbe mai detto?

Maresca 6: entra per dare fiato a Fossati, a fine partita, quando gli avversari non corrono più: troneggia per dieci minuti a centrocampo. Vigile urbano.

Valoti 6,5: tra tanti fini dicitori, il giovane figlio di Aladino sembra talvolta non trovare il suo posto, tuttavia continua a proporsi in tutte le fasi, con generosità e coraggio, ricambiando la fiducia di allenatore e società. Qualche intervento da mediano ruvido e un gol da attaccante di razza. Capitale umano.

Troianiello s.v.: cammeo finale per l’Adone gialloblù, dispensa un dribbling e tanta simpatia, anche all’imbufalito allenatore avversario. Cosmico.

Romulo 7: l’italo brasiliano è semplicemente di un’altra categoria su ogni piano del gioco. Corre più di tutti, copre tutte le posizioni tattiche e tocca ogni zolla del campo. Addomestica la palla e ringhia sugli avversari, danza per il campo e riparte di scatto. A fine partita ha ancora il fiato per litigare con Pisano che ha il torto di sembrare una littorina sul binario di una freccia verdeoro. Onnipresente.

Bessa 7: l’altro cardine tecnico tattico della squadra gioca in una posizione sempre meno definibile, andando a prendere la palla ora sulla trequarti difensiva, ora su quella offensiva, galleggiando spesso tra le le linee per poi puntare sulla fascia sinistra. Se Fossati dirige l’orchestra, il brasiliano è il primo violino. Insostituibile.

Pazzini 7: senza tirare molto in porta e senza segnare, il centravanti marchiato da molti come (carne per) bollito, incide sulla manovra e sul ritmo della prestazione di tutta la squadra come pochi altri attaccanti. è il primo a portare pressione e a rincorrere gli avversari, non mancando di fare a sportellate. Detta costantemente il passaggio o il lancio, tocca e rifinisce tutto quello che passa dalle sue parti. Capitano, mio capitano.

Siligardi 6,5: nonostante il gol bello e fortunato e qualche intervento generoso, l’esterno sembra il giocatore più avulso dal contesto del gioco corale di Pecchia. Disciplinato e preciso, tuttavia la sua fascia è sempre la meno produttiva in termini di costruzione di gioco e la musica cambia improvvisamente quando viene sostituito. Spaesato.

Luppi 7: in qualche decina di minuti ravviva una fascia sinistra piuttosto anemica fino al momento del suo ingresso. Mette corsa e tecnica a servizio della causa e sforna un assist pregevole creando dal palleggio come uno Iuzzolino d’altri tempi (e campi). Playmaker.

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