Le Pagelle di Lazio-Verona – Lazio con gli artigli. Ionita barcollante, Benussi disattento

Benussi 5 – Partita da dimenticare: sul colpo di testa di Felipe Anderson poteva fare meglio. La punizione di Candreva è una sassata ma era comunque centrale, e un portiere non può subire gol così. Nelle ultime partite non ha demeritato ma se il titolare è Rafael (citando Mandorlini) non si capisce perché il brasiliano non possa più rientrare tra i pali…

Martic 5 – Soffre molto dietro. Si vede che è molto insicuro con Felipe Anderson nei paraggi. Soffre molto sia i traversoni che gravitano nella sua zona, sia i ravvicinati uno-due laziali. Spinge qualche volta ma senza la dovuta intensità. Rimandato. Dal 8’st Brivio 6 – Entra con il piglio giusto. Molto meglio di Martic, anche se non fa la differenza. Ma almeno non commette errori decisivi.

Moras 5.5 – Se Felipe Anderson è libero di staccare e segnare il colpevole principale è lui. Sfortunato quando colpisce il palo nel primo tempo. Una partita sotto la media.

Rodriguez 6 – Il meno peggio della difesa. Ruvido quando serve. Bravo a fermare Candreva che stava andando in porta con le cattive e rimediare intelligentemente solo l’ammonizione.

Pisano 5.5 – Difficilmente si fa saltare, però non fa mai pressione sulle ali biancocelesti, che spesso convergono al centro facendo male. In fase propositiva il pallone scotta sempre tra i suoi piedi e non è mai preciso.

Obbadi 6 – Uno dei pochi a non perdere palloni a centrocampo. Metronomo tuttofare, soffre anche lui la pressione di Biglia e Parolo, poteva fare di più viste le sue qualità. Sufficienza stiracchiata.

Ionita 5 – Mandorlini lo butta nella mischia nonostante non si sia allenato perfettamente per tutta la settimana. Appare a mezzoservizio, ha poco mordente, non è il solito “taglialegna”. Emblematica l’azione al 26’pt: Candreva va come un treno palla al piede e lui annaspa per raggiungerlo con l’aggravante che lui non portava avanti il pallone in quel momento. Barcollante. Dal 39’st Campanharo s.v

Tachtsidis 5 – Partita sottotono. Nel primo tempo si nota poco e non fa danni. Nel quarto d’ora iniziale della ripresa spostato a playmaker, perde troppi palloni esiziali e Mandorlini lo sostituisce (una delle poche volte in campionato). Dal 14’st N.Lopez 6 – Qualche guizzo interessante ma niente di trascendentale: non si può pretendere che risolva sempre le partite.

Lazaros 5.5 – È il solito Lazaros: compie sempre percussioni interessanti (ed estemporanee) che mettono in apprensione la retroguardia biancoceleste, ma è sempre troppo poco incisivo negli ultimi metri. Evanescente.

Toni 5 – Purtroppo non ha vere e proprie ali che lo supportano. Ali che pensano più a difendere che aiutarlo. Oggi anche lui non è in giornata. De Vrij lo annulla. Capita anche ai campioni una giornata sottotono.

Hallfredsson 5 – Non ha il passo per fare l’esterno alto. Si vede che è molto limitato in quel ruolo. Inoltre perde molti palloni. È il gemello cattivo del guerriero stoico ammirato contro il Napoli. Spostato a centrocampo non varia il suo trend negativo.

Mandorlini 5 – Schiera un 4-5-1 con ali che in realtà sono centrocampisti. Ancora una volta la scelta di Hallfredsson alto (come ad Empoli) non paga. Detto questo la Lazio ad oggi è la squadra italiana più forte insieme alla Juventus. C’era poco da fare. Ha legittimato la vittoria anche perché ha colpito tre traverse che gridano ancora vendetta. Sul 2-0 Saviola non poteva fare un quarto d’ora finale?

 

A cura di Luca Valentinotti – Twitter @LucValentinotti

 

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