L’orgia

di Massimo Recchia

La perdita del controllo e delle inibizioni assieme ai propri simili racchiude il senso dell’orgia. Il gruppone calciociclistico gialloblu’ di via Belgio da settimane non ritrova più il bilanciamento fra prestazioni atletico tattiche, fisiche e mentali con gregari che vogliono la fuga e leader a modo di tender a rimorchio. Una ribollita di ricadute, infortuni ed errori nell’approccio soprattutto durante le dispute. Ciò ha espresso l’incapacità e la debolezza dei soggetti a rimuovere il senso di incertezza e la contestuale reazione spropositata anche di impulso limbico se sottoposti a stress. Ed ecco il timore di offrire solo errori a chi giudica e reazioni scomposte susseguenti come nelle risse improvvise fra avventori di un bar del porto fra loro sconosciuti. In questo mondo di azioni e reazioni il mister, il leader massimo, il capo pur armato dalle più encomiabili e nobili ambizioni, non ha impastato gli ingredienti seguendo la ricetta voluta ma ha aggiunto uno dopo l’altro tutto ciò che la dispensa offriva, suo malgrado forse, compresi i cibi scaduti. Ecco che il timballo di calcio offensivo si è trasformato in pasticcio difensivo ed il dolce che chiude gradevolmente il pranzo in un soufflé troppo amaro e di qualità armena. 

Delneri non è chef ne’ cameriere. Ma una semplice pasta condita la sa cucinare senza tanti ingredienti costosi e scompensati. La cucina a brevi ed intensi fuochi, e se fosse di pessimo sapore la riversa nel pattume senza senso di colpa. Meglio così che un’orgia di sapori. Rimarrebbe sullo stomaco del campionato.

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