Mandorlini: “Da quando me ne sono andato la distanza dalla quartultima e’ quasi raddoppiata”

L’ex allenatore dell’Hellas Verona Andrea Mandorlini ha rilasciato un’intervista esclusiva per il giornale online TorinoGranata in vista della sfida di domenica tra Torino. Ecco alcuni stralci delle sue dichiarazioni:

Buongiorno Mandorlini, dopo un ciclo di successi che ha portato l’Hellas Verona a scalare le categorie e ad affermarsi in serie A sfiorando l’Europa, è arrivato l’esonero dopo un inizio di stagione molto negativo. Cosa si è rotto nel suo giocattolo che sembrava perfetto?

“Purtroppo l’unica cosa che si è rotta in questa stagione sono stati i giocatori. Tanti, troppi infortunati e tutti nello stesso momento. Diventa difficile così essere competitivi, ma abbiamo anche avuto sfortuna: in molte partite meritavamo di raccogliere più di quanto poi il campo ci ha dato. Con la massima serenità posso dire che a Verona è stato l’unico problema, non ne avevamo altri. Si usa spesso dire che un ciclo arriva al termine, ma io credo che non sia stato così in questo caso: eravamo anche più forti degli scorsi anni e c’erano tutte le possibilità per continuare il percorso intrapreso”.

I risultati al momento dicono che il suo esonero non ha portato la scossa che si sperava di ottenere. Se il Presidente Setti dovesse ripensarci e richiamarla, accetterebbe l’incarico?

“Quando sono andato via la distanza dalla quart’ultima era di 8 punti. Adesso è quasi raddoppiata. Io sapevo che c’era questo pericolo, ma la società ha pensato che il cambio di gestione potesse servire a recuperare. Una scelta giusta, legittima. Non avevamo mai vinto una partita e quindi non mi sento di criticare la scelta, però stavamo recuperando dei giocatori importanti e arrivavano partite più abbordabili, che in passato avevamo sempre vinto: sono dell’idea che ci fossero le possibilità per risollevarci. Sono però discorsi soggettivi. Mi dispiace, però restano i 5 magnifici campionati fatti insieme, galoppando forte insieme. I rapporti sono rimasti ottimi, ma non ho mai pensato all’eventualità di un ritorno. Non lo so se accetterei, mi devo ancora rendere bene conto di essere stato mandato via dopo tanto tempo. Sono molto legato e attaccato alla piazza veronese, questo ambiente merita il meglio e non la situazione attuale di classifica”.

In un futuro prossimo, le piacerebbe allenare il Torino?

“Sai io ho firmato un biennale col Verona perché pensavo di continuare il percorso con gli scaligeri. Non ho mai pensato di andare via, di trovarmi altrove. Certo che il Torino è una società importante, in cui sono nato calcisticamente parlando. Già in passato sono stato riconoscente a questi colori e lo ribadisco: ho potuto godere e beneficiare di tutti i privilegi che si hanno quando impari nel settore giovanile del Toro. Al futuro però, ora non ci penso”.

La domanda di rito visto la sfida di domenica mi tocca farla: col cuore diviso a metà, per che risultato tifa?

“Ultimamente è sempre stata una bellissima sfida, aperta e con tanti gol. Un pareggio non servirebbe al Verona perché deve vincere per risollevarsi e, visto il momento, nemmeno al Torino. Credo quindi che sarà una bella battaglia, in cui entrambe le squadre faranno di tutto per portare a casa i tre punti senza troppi tatticismi”.

Guarderà la partita?

“Sarò sincero, faccio fatica a vedere la mia ex squadra, ci sto troppo male. Ti faccio una confessione: in diretta non l’ho mai vista. Mi informo chiaramente sul risultato, ma è ancora troppo presto per guardarla serenamente”.

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