Marchetti: perché l’Hellas è meglio del Chievo

Lasciamo perdere per un attimo il blasone, la storia, le vittorie del passato, il numero di tifosi. Per un direttore sportivo tutto questo ha di sicuro un valore, ma non certo al momento di scegliere un progetto piuttosto che un altro. Tutti sappiamo che Marchetti l’anno scorso ha rifiutato il Chievo e quest’anno sembra difficile possa accettare la proposta del Verona. Ma fare il direttore sportivo in una o nell’altra società della città scaligera è totalmente diverso. Al Chievo c’è un Campedelli che è sempre presente, che vuole avere l’ultima parola e che non lascerebbe mai libertà di azione ad un proprio dirigente. Ne sanno qualcosa i vari Sartori e Nember che negli ultimi anni hanno lasciato la società della Diga proprio per divergenze con il presidente.

Al Verona, Setti ama delegare, imposta la sua attività proprio sulla fiducia ad altri uomini e lascia carta bianca. Tranne le indicazioni sul budget di spesa, per il resto un direttore sportivo all’Hellas non ha problemi a lavorare in totale libertà di manovra ed autonomia.

E questo è anche quello che sta vivendo oggi Marchetti al Cittadella e che, con l’aggiunta di un progetto serio e il blasone di una società importante come il Verona, potrebbe fare la differenza rispetto al Chievo.

A meno che a vincere non sia ancora una volta l’amore incondizionato verso il Cittadella.

D.Con.

1 COMMENTO

  1. Si! Una delega ma senza portafoglio. Ma per favore non diciamo baggianate.
    Se in casa non hai nulla, quando esci puoi lasciare la porta aperta.
    Questo sito spazzola la giacca del presidente. Per non dire di peggio

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