Tutto ebbe inizio a giugno quando radio mercato dava il Verona interessato a Kean, giovane attaccante della Juve. L’interesse c’è ancora ma i bianconeri, memori della tanta panchina vissuta da Ganz, vorrebbero delle garanzie sul minutaggio del diciasettenne.
Allora le attenzioni si sono spostate su Kishna, esterno della Lazio. L’olandese percepisce uno stipendio fuori budget e il suo procuratore, che di nome fa Raiola, non vuol sentirne di fare un passo indietro.
Ecco che allora il Verona si è buttato su un altro esterno d’attacco: Lee Seung-woo, classe 1998 del Barcellona. Lui il fattore Kappa ce l’ha nella nazionalità: South Korea e quindi extracomunitario, motivo principale che tiene a freno Fusco nella trattativa, visto che il Verona ha solo uno slot libero per extra-Ue.
Negli ultimi giorni il nome nuovo è quello di N’Koudou, uno che la Kappa ce l’ha dopo l’apostrofo. Esterno d’attacco da 5 stelle in Francia, ma da stalle nell’ultima stagione in Inghilterra. Perché non arriva? Perché il Tottenham l’ha pagato un sacco un anno fa e non è convinto di privarsene, tra l’altro in Italia e con una neopromossa.
Il calciomercato è come una partita a poker, con Fusco che se la sta giocando con tutti questi Kappa. Adesso il 31 agosto è vicino e Fusco non ha più molto tempo per trattative impegnative e nemmeno per dialoghi con società amiche o procuratori con cui ha sempre collaborato nella sua carriera.
Una stella dell’NBA diceva: “Gli amici vanno e vengono, ma gli stendardi delle vittorie rimangono appesi per sempre”. E al Verona in questo momento deve interessare la permanenza in serie A. Chi diceva quella frase? Bryant, uno che di nome faceva Kobe, con la Kappa.
Damiano Conati
