Un tuffo nel passato: Muhammet Akagunduz

[one_half_last]Cinquantadue punti e il sogno Europeo da cullare fino alla fine. Una vetta dal sapore dolce che fa dimenticare il recente passato, colmo di sofferenze e di frustrazioni. Campionato di serie B, stagione 06-07: Pastorello (la principale causa della rovina del Verona), vendette al magnanimo Conte Arvedi una scatola vuota, al limite del collasso debitorio e sull’orlo del baratro sportivo della C1. In quella maledetta annata, culminata con la retrocessione, è passato alla storia un giocatore irreprensibile e determinato. Un gladiatore che niente aveva a spartire con il gruppo di quel Verona, composto per lo più se non da mercenari, da atleti e dirigenti di dubbia moralità. Metà turco e metà austriaco, il suo nome è Muhammed Akagunduz. Fosse stato per lui, quella amara retrocessione l’avremmo sfangata. Lui che debuttò il 13 marzo in un Verona Piacenza (3 – 1) e andò a segno la settimana successiva (17 marzo) pareggiando la gara compromessa contro l’Albinoleffe, trovò l’epilogo della sua avventura con la maglia dell’Hellas appena sette giorni più tardi (25 marzo), “colpevole” di aver fatto vincere la sua squadra nel derby contro il Vicenza. Ufficialmente, dopo quella partita, il piccolo austro-turco fu vittima di un infortunio occorsogli in allenamento per un’entrata scomposta del compagno di squadra Federico Nieto. In realtà, forse, le cose andarono in un altro modo. Quel gol contro il Vicenza proprio non doveva segnarlo. L’incornata sul pregevole cross di Caio Ferrarese non doveva entrare. E quel pareggio, più o meno annunciato, che “Aka” mandò all’aria, gli fu e ci fu fatale. A lui perché quella fu la sua ultima apparizione con i colori gialloblù addosso e all’Hellas perché a fine stagione il Verona conobbe l’onta della retrocessione in serie C senza poter più utilizzare il suo attaccante migliore. Un’onta che, fosse stato per “Aka”, non si sarebbe consumata.

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