Multe, squalifiche, quisquilie e pinzillacchere: Italia sì, Italia no, la terra dei cachi

Ilic applaude l’arbitro in tono scherzoso (anzi, il mediocre fischietto ha scritto “irridente”) perchè ha sbagliato. Espulso, squalificato una giornata e pure ammonizione con diffida. Manco avesse ammazzato uno…
Un Cuadrado qualsiasi manda domenicalmente a quel paese l’arbitro, con tanto di gesto plateale con la mano. L’arbitro ci dialoga, pacca sulla spalla, mezzo sorriso.
Viva la terra dei cachi!

Tifosi della Curva scaligera in due occasioni accompagnano alla parola “merda” un insulto con cui vengono chiamati in tono di disprezzo gli abitanti del Sud Italia: “terrone”. Attenzione non ho scritto parolacce e lungi dal sottoscritto essere razzista: il termine è stato preso dal vocabolario Treccani della lingua italiana (LINK). 10mila euro di multa perché trattasi di discriminazione territoriale.
Tifosi della Curva salernitana accompagnano altrettanto alla parola “merda” il nome di una città: Verona. A più riprese. Zero euro di multa, probabilmente perché dire Verona non è territoriale. La defecazione in quanto insulto invece è permessa.
Viva la terra dei cachi bis!

Milioni di persone ogni giorno entrano in luoghi chiusi come centri commerciali, negozi, palestre, piscine, ristoranti, cinema, teatri: viene chiesto loro il super green pass, la mascherina ffp2 e finisce lì. Però poi durante le vacanze natalizie, con tutti questi luoghi sovraffollati, è avvenuto il picco di contagi da Covid in tutta Italia.
Migliaia di persone, una volta a settimana, entrano in un luogo all’aperto di nome stadio: viene chiesto loro il super green pass e la mascherina ffp2. E durante le vacanze natalizie, mentre il picco dei contagi è salito, gli stadi erano chiusi. Ecco, dalla settimana prossima i tifosi dei pericolosissimi stadi vengono bloccati e per loro vengono concessi solo 5000 posti, senza nemmeno valutare se esistono stadi di diverse dimensioni in Italia.
Viva la terra dei cachi tris!

Benvenuti in Italia e viva la Lega Calcio!

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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