Perché è colpa di Mandorlini (parte prima)

di Damiano Conati

I tifosi gialloblù, spesso elogiati anche sulle tv nazionali e dagli avversari di turno per l’attaccamento ai colori e alla squadra, qualche settimana fa hanno voluto sottolineare la situazione gialloblù con uno striscione: TUTTI COLPEVOLI. Da allora ne è passata un bel po’ di acqua sotto i ponti, ma non è cambiato praticamente nulla. Andiamo a ricercare tutte le colpe, soprattutto ora che la situazione è tragica.

Iniziamo con quelle del tecnico di Ravenna.
1) Non possiamo non partire dai gol subiti e c’è poco da dire. Sono stati tanti e tutti uguali, almeno fino alla sosta. Lo abbiamo già analizzato più volte: il terzino fa lo stopper, l’esterno d’attacco deve diventare terzino, ma non sempre riesce, e un cross qualsiasi si trasforma in gol (http://www.hellasnews.it/mandorlini-e-la-difesa-che-non-difende/)

2) Spostiamoci in attacco e ancora una volta dobbiamo fare copia e incolla di articoli già scritti più volte. Il tecnico ha un modulo e i giocatori devono adattarsi. Non esiste cambiare perché ci sono giocatori non adatti, infortunati o fuori ruolo. Il tecnico sa giocare solo con il 4-3-3 e guai a modificarlo.

3) In una situazione simile, ci sono giocatori che ci stanno mettendo l’anima e la faccia. E tra questi anche giocatori che sono a Verona sin dall’inferno della Lega Pro: Mandorlini ha deciso per più di una partita che il capitano fosse Pazzini, che, con tutto il rispetto per la carriera, a Verona non ha ancora dimostrato nulla. Perché questa scelta?

4) In un periodo tanto negativo, si dovrebbe cercare anche di mettere in campo gente che ha fame. Gambe, tecnica, senso tattico, abbiamo visto, in questo momento non contano. È solo questione di testa. Ci sono giovani interessanti e Checchin lo ha dimostrato, ma anche con il Bologna, a dieci minuti dalla fine e con il risultato già compromesso, è entrato Matulazem, il cui cognome riassume la sua carta d’identità. C’è bisogno di valorizzare proprio lui?

5) Sicuri che il tecnico abbia il controllo della testa dei giocatori? O ormai la situazione è allo sbando?

6) Gli infortunati. Se sbagli preparazione atletica, prima o poi si fanno male tutti. E il campo sta dimostrando che Mandorlini e il suo staff hanno sbagliato completamente preparazione atletica.

7) Infine la colpa forse maggiore. Il Verona ha giocato per due mesi come se ci fosse stato Toni in campo. Dopo l’infortunio di Bergamo, non è mai stata cercata una soluzione al gioco offensivo diversa dal lancio lungo alla punta centrale. E non si è praticamente più tirato in porta.
E per salvarsi forse non tirare mai non è la medicina migliore.

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