Perché quello di Depaoli è un acquisto prezioso

L’arrivo di Fabio Depaoli può sembrare meno importante di quello che effettivamente è, d’altronde negli ultimi due anni il ragazzo del Monte Bondone non ha mantenuto certe promesse. Alla Samp è finito negli anni peggiori, con una squadra in declino; all’Atalanta non è entrato nelle delicate grazie di Gasperini; al Benevento ha fatto bene, ma è arrivato nel momento in cui la squadra è crollata fisicamente e mentalmente centrando una retrocessione abbastanza incredibile. Ora Depaoli è chiamato ad essere quello che è stato a Verona, ma sponda Chievo. Quello che ha raggiunto la nazionale Under 21 e che era stato ceduto alla Samp per 4,5 milioni di euro. E ricordiamo che ha appena 24 anni e quindi ancora con margini di crescita.

Perché è importante il suo arrivo. Innanzitutto perchè va a coprire una falla sulla corsia di destra, dove Rüegg non è mai stato ritenuto idoneo alla causa e dove Faraoni in questa stagione si stava abituando troppo bene. Poi il suo arrivo è un segnale alle avversarie: il Verona c’è e non ha intenzione di cullarsi sugli allori dopo un buon girone d’andata. Da molto tempo non veniva chiusa un’operazione in entrata prima dell’apertura del calciomercato.

Infine Depaoli, che può giocare esterno della difesa a 4, quinto di centrocampo o mezzala, rappresenta quell’idea che è propria di D’Amico: recuperare quei giocatori che in gioventù promettevano molto bene e che poi per vicissitudini varie o momenti sbagliati, tipici del mondo calcistico, si perdono per strada senza trovare il modo di esprimere il loro talento: Caprari, Barak, Simeone ne sono l’esempio lampante, ma anche lo stesso Faraoni che, dopo le ottime premesse interiste, si era perso nei meandri crotonesi.

Se il Verona saprà rivitalizzare anche il buon Depaoli, sarà semplice riscattarlo a giugno (si parla di cifre intorno ai 4/5 milioni, che saranno confermate nei prossimi giorni) e dare all’Hellas e al calcio italiano un esterno destro che appena qualche anno fa prometteva benissimo. D’Amico ha fatto il suo, ora la palla passa a Tudor e soprattutto al giocatore.

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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