Quell’anomalo “sabato del villaggio”..

Michele Coratto

A gennaio siamo già retrocessi. Che tristezza trascinarci fino a giugno con il destino segnato. Che pena restare agonizzanti dentro un campionato che ha già sentenziato la fine, senza poter voltare pagina. Fossimo in estate, almeno potremmo guardare con rinnovato ottimismo o criticare il lavoro societario per la risalita. Ma almeno avremmo qualcosa da dibattere. Oggi invece è tutto finito, tutto scritto e non c’è più nulla da aggiungere. È la stagione dei paradossi. Si va dal “è stata allestita una rosa clamorosamente adeguata” al “sarebbe stato più dignitoso scendere insieme”. Da qualche tempo sulle rive dell’Adige Verona è diventata un circo. Perfino i tifosi vivono il loro paradosso. Irrimediabilmente ultimi con soli 10 punti, non criticano l’operato della società. Non quanto la situazione lo richiederebbe. Evidentemente il concetto del “sabato del villaggio” non funziona più neanche per loro perché non hanno più aspettative. La malinconia e la presa di coscienza del fallimento deve averli inglobati. Sì, è così. Il calcio è lo spettacolo della domenica e l’analisi leopardiana della gente che lavora alacremente il sabato con l’idea di poter godere di una domenica di speranze e riposo non trova più conforto nel veronese. Di contrappunto in via Belgio tutto tace e nessuno prova a ribellarsi. Il tenore della conferenza stampa del Presidente Setti è stato inequivocabile: “Gardini e Bigon hanno lavorato bene e non si discutono”. Incredibile, l’ha detto! L’Hellas retrocede a gennaio e perde una “svalangata” di quattrini e lo staff dirigenziale viene confermato nella sua interezza. Le ipotesi ora sono due: o parliamo di un matto, oppure nella conferenza Patron Setti ha gettato appositamente acqua sul fuoco salvando, ma solo apparentemente, l’operato dei suoi “adepti”. Propendo per la seconda ipotesi. Al danno sportivo seguirà un bilancio economico fallimentare. E il paracadute della retrocessione non è detto che sia gonfio sempre alla stessa maniera. Se con noi scenderanno Carpi e Frosinone i milioni versati nelle casse della Società di via Belgio saranno 15. Se invece una delle due neopromosse si salverà e a scendere sarà, per ipotesi, la Sampdoria, ecco allora che il paracadute gialloblù si sgonfierebbe perché gli introiti maggiori sarebbero da dividere con il club ligure. Con queste prospettive il cielo scaligero resterà plumbeo per molti giorni ancora, almeno fino a quando da spettatori non conosceremo chi ci farà compagnia in serie B. D’ora in poi non ci resta da fare altro che augurare ogni bene economico al Presidente Setti: preghiamo perché l’attuale classifica resti cristallizzata fino a giugno e ci regali maggiori denari da investire per tornare immediatamente nella massima serie. Non potendo più sperare nel miracolo sportivo non ci resta altro.

Michele Coratto si diploma al Liceo Classico “Scipione Maffei” e si laurea in Scienze della Comunicazione a Verona. Giornalista dal 2011, collabora con la Redazione Sportiva de L'Arena ed è Direttore Responsabile di Hellas News.

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