Quelli che… il 4-4-1-1 non ce l’aspettavamo

Finalmente anche Mister Pecchia fa un bagno di umiltà: non si fossilizza sul suo modulo consueto, non decide di scalfire sulla pietra il suo credo tattico, ma a Bergamo ha sorpreso un po’ tutti cambiando modulo.

Il risultato? Primo tempo in cui il suo Verona ha dominato, ha creato 4 nitide occasioni da gol e ha messo paura ad una signora squadra come l’Atalanta.

Avere degli esterni d’attacco e di difesa che permettono di ripartire velocemente e di lanciare nello spazio un attaccante che sa dare la profondità come Kean è sicuramente un’arma vincente e che si può sfruttare ancora nel futuro. Per fare questo per 90 minuti però, sono necessarie alcune basi fondamentali.

Innanzitutto che Cerci recuperi la condizione fisica perché dopo i primi 45 minuti con l’Atalanta è sparito.

Poi che i due mediani sappiano dare del tu alla palla e riescano a lanciare queste ripartenze. È chiaro che con Buchel e uno dei Zuculini in mezzo al campo, questo gioco sarebbe molto più difficile.

Infine è necessario che l’attaccante centrale faccia gol e concretizzi la mole di ripartenze del resto della squadra.

Siamo tutti d’accordo che per un gioco fatto di chiusura non a catenaccio, ma ordinata, e contropiede ben orchestrato, uno come Pazzini può fare sicuramente molta fatica. Però non è presentabile nemmeno questo Kean: non importa che abbia 17, 20, 30, 40 anni.

Se la società ha deciso di puntare su di lui come attaccante per la Serie A, lui deve fare gol. Certi gol, come quello a tu per tu con Gollini o la traversa di Torino, non si sbagliano a nessuna età.

Comunque sia, bravo Pecchia a non cadere in errori di mandorliniana memoria. Ora dia continuità a questa scelta nelle sfide sulla carta più proibitive.

D. Conati

Federico Messini nasce a Villafranca di Verona il 15/05/1990. Studente in lettere moderne presso l'Università degli studi di Trento. Scrittore e cantautore ha all'attivo due pubblicazioni : "Il gioco degli spiccioli" uscito nel 2013 e "Il doppiatore" uscito nel 2016.

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