Mai come quest’anno, i convocati nelle Nazionali hanno lasciato più di qualche perplessità. O forse a Verona la si vede così per la cecità di alcuni C.T. che non hanno considerato i cardini dell’Hellas delle meraviglie. E se per Toni se n’è già ampiamente parlato, a scoppiare ora è il caso Iturbe, clamorosamente snobbato da Alejandro Sabella, tecnico dell’Argentina. La domanda sorge spontanea se non altro perché lascia di stucco molti addetti ai lavori: come si fa a rinunciare ad uno come Manuel? Juancito, come sostiene il centravanti gialloblù Luca Toni, è uno dei pochi che sa saltare l’uomo e che ti permette di presentarti davanti al portiere da solo: grasso che cola per gli attaccanti che gli giocano vicino. Oro purissimo per gli allenatori che possono sfruttarne le capacità. Ma evidentemente questo non basta: Juan Manuel i Mondiali dovrà vederseli in televisione. Il sospetto, a questo punto, è legittimo: che non sia penalizzante, per un aspirante alla Nazionale, giocare nell’Hellas? E, attenzione, non è dietrologia, solo sete di conoscere i motivi per cui il talento purissimo di Iturbe sia stato scartato a priori. Se in Italia si è gridato allo scandalo per la mancata convocazione di Tevez (30 anni suonati), non si può non criticare la scelta di lasciare a casa il piccolo paraguayano naturalizzato argentino, autore di una stagione da campione ma non sufficiente per prenotare un biglietto per il Brasile.